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Buttafuori e controllo della mafia nelle discoteche: 6 condanne, 4 assolti

I gestori dei locali costretti ad assumere buttafuori segnalati dalle cosche per evitare risse e danni nei locali

La seconda sezione del Tribunale di Palermo ha condannato ieri a tarda sera sei persone, assolvendone altre quattro nel processo denominato Octopus, sul giro di buttafuori e sul controllo della mafia nelle discoteche e nei locali notturni del capoluogo siciliano e della sua provincia.

Il collegio presieduto da Roberto Murgia ha accolto in parte le tesi e le richieste del pool coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Guido, con i pm Giorgia Spiri e Gaspare Spedale. Le vicende prese in esame vanno dal 2014 al 2017 e riguardano locali molto noti a Palermo come il Reloj di via Pasquale Calvi, il Moro dell’Arenella, il Kioskito di Casteldaccia (Palermo), Villa La Panoramica nel quartiere periferico di Baida e Città del mare di Terrasini (Palermo)

La sentenza ha visto le condanne di Andrea Catalano, che ha avuto 8 anni; Emanuele Cannata 7 anni e 6 mesi; Gaspare Ribaudo 7 anni e 4 mesi; Cosimo Calì 5 anni; Davide Ribaudo un anno; Francesco Fazio 8 mesi. Gli assolti sono Emanuele Rughoo Tejo (sopravvissuto nel 2018 a una tragica alluvione che fece otto morti fra i suoi prossimi congiunti); Giovanni Catalano, Ferdinando Davì e Antonino Ribaudo. Nel processo gli imputati erano difesi, tra gli altri, dagli avvocati Salvatore Gugino, Michele Giovinco, Giovanni Castronovo, Raffaele Bonsignore, Riccardo Bellotta, Rocco Chinnici, Ermanno Zancla, Salvo Priola.

Il ruolo di primo piano – secondo l’accusa – lo avevano avuto i fratelli Ribaudo e Catalano. Solo Giovanni Catalano è stato del tutto scagionato, mentre Davide Ribaudo ha avuto una pena bassa, a fronte di richieste elevate proposte dall’accusa, che si era basata sulle indagini e sulle intercettazioni effettuate dai carabinieri: undici gli arresti per estorsione aggravata, eseguiti nel settembre del 2019.

Il presupposto era il ricatto effettuato nei confronti dei gestori dei locali, costretti ad assumere buttafuori segnalati dalle cosche per evitare risse e danni nei locali.


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