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Incidenti sul lavoro, quasi 4 al giorno nei cantieri edili siciliani

In totale gli incidenti sul lavoro registrati dagli uffici regionali dell’Inail sono 8227, un dato sicuramente migliore rispetto a quello registrato nel primo quadrimestre del 2022

Quasi quattro incidenti al giorno nei cantieri edili della Sicilia. 3,7 per la precisione considerando i dati raccolti dall’Inail e relativi al primo quadrimestre del 2023.

In totale gli incidenti sul lavoro registrati dagli uffici regionali dell’Inail sono 8227, un dato sicuramente migliore rispetto a quello registrato nel primo quadrimestre del 2022 (12.443 incidenti sul lavoro). Ma se in alcuni settori, come ad esempio quello dei trasporti e magazzinaggio si sono registrati miglioramenti incredibili (passando da 2144 incidenti nel 2022 a 386 nel 2023) lo stesso miglioramento non si registra nel settore edile (462 gli incidenti nel primo quadrimestre del 2022, a fronte dei 444 nel 2023).

“Gli incidenti nel settore edile sonno purtroppo ancora eventi troppo frequenti. Siamo di fronte ad un bollettino di guerra – afferma il segretario generale della Feneal Uil Tirrenica Pasquale De Vardo. – Quel che è peggio è che in diversi casi questi incidenti si trasformano in tragedia. Sono già 11 in Sicilia gli incidenti mortali registrati nei cantieri edili nel 2023. Purtroppo – aggiunge De Vardo – sulla scorta della nostra esperienza sindacale abbiamo anche il macabro sospetto che si tratti di numeri falsati o incompleti, se consideriamo l’imponente impiego di lavoro sommerso e irregolare riscontrato dallo stesso Ispettorato del lavoro, nonché da noi come sindacato”.

Parecchie aziende lamentano la mancanza di manodopera, denunciano la poca volontà dei lavoratori ad accettare un’offerta di lavoro ribaltando le responsabilità al sistema assistenziale che aiuta i meno abbienti, reddito di cittadinanza e altro.

Dietro a questo fenomeno invece si nasconde il malcostume speculativo di alcuni imprenditori edili, di pagare la manodopera con somme ben al di sotto di quelle garantite dai contratti collettivi nazionali, calpestando i diritti dei lavoratori con paghe da fame e sistemi di sicurezza sul lavoro da “terzo mondo”, anche a discapito di quelle aziende sane che devono cosi affrontare questa concorrenza sleale, illegale e assurda, portata avanti da questi soggetti che con ribassi da paura, a danno di ogni forma di legalità, si aggiudicano appalti di ogni natura.

È necessario un cambio culturale sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, che passi–inevitabilmente dalla prevenzione, dalla formazione, ma anche da controlli ispettivi più pressanti ed incisivi su cui continuiamo a chiedere un impegno politico serio che metta al centro una strategia di azione mirata.

“Come sindacato denunciamo costantemente ed a voce alta ogni irregolarità, costituendoci anche più volte parte civile su episodi di infortuni mortali, ma soprattutto come Uil e come Fenealuil ci siamo imposti in termini propositivi nei confronti delle istituzioni e del governo – continua il segretario generale Pasquale De Vardo – denunciando contestando e portando avanti proposte concrete ad ogni tavolo”.

Proposte come più ispettori, più controlli; inasprimento del reato di omicidio sul lavoro laddove le responsabilità siano accertate; sospensione dall’attività a quelle imprese la cui responsabilità negli incidenti sia passata in giudicato; riforma pensionistica in edilizia, con l’introduzione del lavoro usurante, “per l’inaccettabile limite dei 67 anni per i lavoratori edili costretti sotto qualunque agente atmosferico, in condizioni di sforzi fisici da culturisti ed equilibristi su ponteggi vertiginosi, a temperature africane o polari”; introduzione dell’insegnamento a tutela della salute e della sicurezza nei piani didattici delle scuole superiori.


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