“Per quale ragione l’evento serale di chiusura del Pride a Catania è stato interrotto alle 3 di notte da parte di personale della Questura mentre in tutti gli altri locali del divertimento notturno le attività sono proseguite anche fino a ridosso dell’alba? E’ una decisione questa al momento incomprensibile e non accettabile per cui chiediamo immediate spiegazioni al ministro dell’Interno, Piantedosi”. Lo dichiara il deputato e segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo annunciando il deposito di una interrogazione, su impulso anche della segreteria provinciale del PD, rivolta al ministro dell’Interno dopo i fatti di sabato notte a Catania.
“Abbiamo aderito al corteo conclusivo del Pride di Catania – prosegue Barbagallo – e ho personalmente partecipato alla sfilata, lunga, pacifica e colorata che si è svolta lungo le vie del centro di Catania. Ma il massiccio schieramento di forze dell’ordine, intervenute sia da terra sia dal mare, ha il sapore della discriminazione nei confronti della comunità LGBTQ+ e di tutti coloro che erano presenti in quel momento. A maggior considerazione del fatto che – conclude – tutto questo è stato fatto ‘solo’ presso la discoteca Blu, obbligata a terminare la festa”.
Non si è fatta attendere la replica della Questura.
Dopo le lamentele degli organizzatori del “Catania Pride 2023”,infatti, la questura di Catania con un comunicato ha reso note delle precisazioni maturate nel corso comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con adeguati dispositivi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, sia in occasione del corteo tenutosi nel pomeriggio del 17 giugno per le vie del centro cittadino, che in occasione del party svoltosi nella stessa serata all’interno di uno stabilimento balneare sul lungomare di viale Kennedy”. “Tali servizi“, afferma la questura, ”non prevedevano un ‘enorme dispiegamento di forze’, ma il medesimo assetto, con uguale quantitativo di personale delle forze di polizia, positivamente sperimentato in occasione delle precedenti edizioni della stessa manifestazione”. “Non vi è stata, dunque, alcuna esagerazione o ‘sproporzione’, ma l’adozione di ogni opportuna cautela atta a prevenire disordini ed azioni di disturbo, a tutela, prioritariamente, dei partecipanti all’evento, svoltosi senza alcuna turbativa”. La questura ha anche fatto sapere che il termine ultimo orario di conclusione, previsto per le ore 3, non è stato oggetto di una decisione assunta improvvisamente, ma “è semplicemente l’orario di chiusura dell’attività espressamente previsto dalla licenza per tenere trattenimenti danzanti”.
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