Confermata anche in appello la condanna a 30 anni per Salvatore Russo, macellaio di Paternò, nel processo per il duplice omicidio avvenuto ad Ucria, in provincia di Messina, la sera di ferragosto del 2019, quando furono uccisi Antonio e Fabrizio Contiguglia, di 62 e 27 anni, zio e nipote. Alla base del duplice omicidio, secondo quanto fu ricostruito, una banale lite per un parcheggio. La sentenza è della Corte d’Assise d’appello di Messina, presieduta dal giudice Carmelo Blatti che ha confermato completamente la sentenza di primo grado accogliendo la richiesta del sostituto pg Adriana Costabile. Il processo di primo grado si era concluso nell’aprile del 2022 Russo era stato condannato a 30 anni più il pagamento di una provvisionale per le parti civili.
I giudici avevano escluso la premeditazione mentre avevano assolto Salvatore Contiguglia, Santino Contiguglia e Vittorio Contiguglia che dovevano rispondere di violenza privata. Il Ferragosto del 2019 Russo era in vacanza con la famiglia a Ucria. Come ricostruirono le indagini dei carabinieri, ci fu un diverbio a causa di un posto auto per disabili con alcuni componenti della famiglia Contiguglia. Quella sera i Contiguglia si presentarono davanti casa di Russo. Ci fu un litigio sfociato nel sangue. Nella processo Russo è stato difeso dagli avvocati Enrico Trantino e Salvatore Liotti di Catania, mentre le parti civili sono state rappresentate dagli Alessandro Pruiti, Luigi Gangemi e Giuseppe Bonavita. I tre Contiguglia invece sono stati rappresentati dagli avvocati Giuseppe Bonavita e Luigi Gangemi
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