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Spari contro un esercizio commerciale e tentato omicidio a Catania, 6 arresti

I sei accusati di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina nonché di ricettazione

Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, ha dato esecuzione a misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale, nei confronti di sei persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina nonché di ricettazione.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso all’esito di indagini di tipo tradizionale, coordinate dalla Procura della Repubblica e svolte dalla Squadra Mobile, avviate a seguito di un fatto delittuoso verificatosi alcune settimane addietro nel quartiere Nesima, nei pressi di un esercizio commerciale, verso il quale furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco.

L’inchiesta della polizia ha permesso di fare luce su una lite avvenuta il 27 maggio poi degenerata tra i Micale, Rosario e e Giuseppe, padre e figlio rispettivamente di 59 e 30 anni, titolari del negozio di noleggio veicoli con sede in Via Negrelli nel quartiere di Nesima a Catania. Contro le saracinesche dell’esercizio commerciale vennero esplosi diversi colpi di pistola.

Dalle prime attività di indagine, non solo vennero ritrovati dei bossoli esplosi, ma furono rilevati anche diversi fori d’entrata di colpi di arma da fuoco sul muro, sulla porta delimitante la zona adibita al pubblico e sulla porta del bagno. Gli agenti della mobile repertarono due cartucce calibro 7,65 ed occultata sotto un’autovettura parcheggiata nelle immediate vicinanze de negozio, una pistola Beretta mod. 84-F calibro 9 short con matricola abrasa, come tale arma clandestina, munita di colpo in canna e quattro cartucce nel caricatore.

I successivi approfondimenti hanno poi permesso di ricostruire quanto sarebbe accaduto. Dall’esplosione di colpi di pistola da parte di tale Salvatore Musumeci che sarebbe intervenuto per conto di una persona non destinataria di misura cautelare, spalleggiato da un gruppo di fiancheggiatori. Musumeci avrebbe sparato diversi colpi ad altezza uomo contro Giuseppe Micale che avrebbe reagito impugnando un’altra pistola, poi rinvenuta occultata sotto un’auto in via Negrelli.

In appoggio a Musumeci sarebbe intervenuto Giuseppe Balsamo autore tra l’altro del danneggiamento di due moto in esposizione all’interno dell’autonoleggio. E’ stato anche appurato che Salvatore Musumeci si è disfatto della pistola utilizzata contro la saracinesca del negozio consegnandola a sua sorella Sebastiana Musumeci e alla nipote Concetta Jessica Rita Saitta per poi allontanarsi da via Negrelli a bordo di uno scooter insieme a Giovanni Balsamo. Il gip su richiesta della Dda ha disposto il carcere per Salvatore Musumeci (detto Turi ‘a mina) e i domiciliari per le altre cinque persone: Giovanni Balsamo, Giuseppe e Rosario Micale, Sebastiana Musumeci e Concetta Jessica Rita Saitta.


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