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Blitz antimafia a Palermo, monopolio del pesce imposto ai ristoratori: 11 arresti

Colpiti il mandamento mafioso di Tommaso Natale e affiliati alle famiglie mafiose di Partanna Mondello, Tommaso Natale e Zen-Pallavicino, alcuni dei quali, in posizione di vertice, già condannati in passato in via definitiva

Vecchi boss e nuovi affari, con il monopolio del pesce imposto ai ristoratori di Palermo. Blitz antimafia dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale di Palermo. Undici gli arresti nell’ambito dell’operazione “Metus” – 8 in carcere e 3 ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico – disposti dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per associazione di tipo mafioso, estorsione, consumata e tentata, con l’aggravante del metodo e delle modalità mafiose, nonché per tentato omicidio aggravato.

Colpiti il mandamento mafioso di Tommaso Natale e affiliati alle famiglie mafiose di Partanna Mondello, Tommaso Natale e Zen-Pallavicino, alcuni dei quali, in posizione di vertice, già condannati in passato in via definitiva.

Accertate diverse estorsioni per alimentare le casse dell’associazione, mediante l’imposizione di servizi di vigilanza e delle forniture di pesce e frutti di mare a molti ristoratori di Mondello e della borgata di Sferracavallo. Ricostruita la struttura del mandamento mafioso di Tommaso Natale-San Lorenzo e delineato l’organigramma delle collegate famiglie di Pallavicino-Zen, Partanna Mondello e Tommaso Natale.

Al vertice di quest’ultima, secondo gli investigatori, si troverebbe il 74enne Michele Micalizzi, tornato libero dopo vent’anni di carcere, otto anni fa, scampato alla furia di Totò Riina negli anni Ottanta e genero di Rosario Riccobono, storico boss assassinato dai Corleonesi durante la seconda guerra di mafia; individuati i canali di comunicazione del gruppo con le altre articolazioni territoriali di Cosa nostra palermitana operanti nei territori confinanti.

Documentati anche gli interventi dei vertici dell’organizzazione per dirimere dissidi tra i cittadini o per tutelare gli interessi dei commercianti che sottostavano al pagamento del pizzo in cambio di protezione. Fatta luce anche sul movente di un tentato omicidio commesso da uno degli affiliati nei confronti del fratello, con il successivo intervento delle figure più carismatiche del mandamento mafioso per ricomporre i dissidi familiari.


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