La Democrazia Cristiana ha iniziato le interlocuzioni affinchè venga avviato l’iter per la nomina dei garanti dei detenuti ad Agrigento, Augusta, Catania, Enna, Piazza Armerina, Gela, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Noto e Ragusa, comuni in cui insistono gli istituti penitenziari siciliani.
“Quella del carcere è una esperienza dall’odore incancellabile, c’è il dolore in tutta la sua sacralità – dichiara il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro -. Il carcere non è storia di corpi, ma storia di anime che vivono la paura e lunghi sensi di colpa in pochi istanti ripetuti. Pochi si rieducano, molti pagano solo un pedaggio alla propria coscienza, troppi scelgono di togliersi la vita. La sicurezza degli istituti penitenziari deve tornare ad essere urgentemente argomento di interesse pubblico e, aggiungo, anche politico”.
“La nostra comunità è stata straziata nei giorni scorsi da due suicidi di giovanissimi, uno dei quali avvenuto in un luogo deputato all’espiazione di una pena, ma anche alla rieducazione e al reinserimento nella società – dichiara il deputato regionale della Dc, Ignazio Abbate -. Chi arriva a questo punto è perchè si sente solo, senza una via d’uscita. Difficile capire quando e come intervenire ma è nostro dovere morale provarci. È nostro dovere mettere in campo tutte le armi possibili per combattere questa guerra di solitudine che troppe vite porta via con se. Sappiamo che la strada per migliorare le condizioni di vita dei detenuti è lunga e tortuosa, ma abbiamo la ferma volontà in percorrerla per evitare il ripetersi di altri episodi simili”.
“La politica italiana non esiste all’interno delle carceri del nostro Paese, ed esistono pochi politici che partecipano autenticamente al cordoglio per un detenuto morto anche se quel detenuto, come è avvenuto a Ragusa, è un ragazzo di 25 anni, padre di tre figli che sceglie di morire in cella, anziché pensare alla speranza di una vita fuori dalla galera – dichiara Eleonora Gazziano, responsabile Dc diritti umani art.3 e 27 della Costituzione -. I dati dei suicidi in carcere in tutta Italia sono in costante aumento e, come sostengono il nostro segretario nazionale Cuffaro e l’onorevole Abbate, occorre impegnarsi per la nomina del garante dei detenuti negli istituti penitenziari che oggi ne sono privi. Anche grazie al nostro impegno, siamo riusciti a far sì che fosse nominato a Palermo, adesso occorre che venga esteso anche agli altri comuni. Accanto a ciò, occorre che il governo nazionale produca atti concreti, senza troppe filosofie che ne rallentino l’applicazione. Il carcere non può essere interpretato e mantenuto come un luogo di morte, perché questo è il senso di marcia opposto a quello immaginato e voluto dei nostri padri costituenti”.
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