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Incendio nella discarica di Bellolampo, le fiamme hanno interessato due vasche

Nell'ordinanza si afferma che "in data 24/07/2023 24 divampava presso la Piattaforma di Bellolampo un incendio che si sviluppava nella IV Vasca, ma interessava anche la adiacente Vasca III Bis della discarica di Bellolampo"

L’incendio nella discarica palermitana di Bellolampo, ora spento, ha interessato, oltre la quarta vasca, anche quella adiacente. Il dubbio emerge non solo dalle dichiarazioni rilasciate dalla Fp Cgil alla stampa ma anche dall’ordinanza emessa ieri dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che consentirà di “abbancare i rifiuti nella discarica all’interno dell’area ex Unieco” per un periodo non superiore a 15 giorni.

Nell’ordinanza si afferma che “in data 24/07/2023 24 divampava presso la Piattaforma di Bellolampo un incendio che si sviluppava nella IV Vasca, ma interessava anche la adiacente Vasca III Bis della discarica di Bellolampo”. “Su quanto è accaduto a Bellolampo occorre la massima trasparenza a partire da quale vasche siano realmente andate a fuoco“, ha affermato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale, Antonino Randazzo. Lagalla, prosegue Randazzo – dichiarava fino all’altro ieri che “l’unica vasca colpita dall’incendio era la quarta vasca. Su questo chiedo chiarezza così come ho chiesto con una nota ad Arpa e al Sindaco di sapere come intenderanno gestire quei rifiuti eventualmente bruciati in terza bis temporaneamente abbancati considerando che secondo indicazioni Arpa dovranno poi essere ribaltati, se il paur non prevederà diversamente, nella costruenda settima vasca“.

Quest’ultima, si legge ancora nell’ordinanza, dovrebbe “essere consegnata verosimilmente nel mese di settembre 2023, per via, da ultimo, della sospensione parziale indotta dalla necessità di elaborare una perizia di variante da parte della Stazione Appaltante“.

La consegna della vasca è in ritardo di un anno: un primo lotto, spiega Lagalla, avrebbe dovuto essere consegnato nel luglio del 2022 ma ciò non è avvenuto, e, sottolinea il sindaco di Palermo in un altro passaggio dell’ordinanza, per “cause esclusivamente imputabili alla Regione Siciliana che ne è stazione appaltante“.


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