La foce del fiume Tusa, nel Messinese, è stata stravolta e trasformata in un porto canale. Lo denunciano Legambiente Sicilia ed il circolo di Legambiente Nebrodi “Tiziano Granata”, sottolineando che “a colpi di ruspa è stato stravolto l’alveo naturale della fiumara ed è stata distrutta tutta la vegetazione per fare spazio ad un vero e proprio porto canale la cui realizzazione è mascherata dietro il suggestivo nome di ‘ormeggio stagionale per piccole imbarcazioni’”.
I lavori, spiega Salvatore Gurgone, presidente del circolo “Tiziano Granata”, hanno determinato “profonde modifiche all’alveo fluviale a monte e a valle delle arcate del ponte ferroviario, causando la compromissione degli argini naturali ed il restringimento della sezione idraulica a disposizione delle acque di deflusso della fiumara proprio in corrispondenza dello sbocco a mare, area che tra l’altro è classificata come P3 dal Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana, ossia area ad elevata pericolosità idraulica”.
Si tratta di “una vera e propria bomba ad orologeria che espone le case e le infrastrutture limitrofe a maggiori rischi connessi con l’esondazione del fiume durante i periodi di piena”.
I lavori – continua Gurgone – hanno determinato inoltre “la totale distruzione dell’ecosistema fluviale a causa dell’eradicazione dell’originaria vegetazione ripariale che è di fondamentale importanza, oltre che da un punto di vista paesaggistico ed ambientale, anche per il prezioso ruolo svolto nella riduzione dell’erosione esercitata dalle acque di ruscellamento”.
Neanche la costa sarebbe stata risparmiata. “È stata infatti modificata – dicono gli ambientalisti – la linea di riva con la realizzazione di due moli guardiani ai lati del canale di lancio che modificheranno il trasposto solido litoraneo con notevoli ripercussioni per le vicine spiagge a rischio di erosione”.
Per tutti questi motivi Legambiente Sicilia esprime “grave preoccupazione per quanto sta accadendo alla foce del fiume Tusa che, emblematicamente, replica le altre recenti e ripetute aggressioni che si stanno consumando a spese degli ambienti fluviali e della costa”.
Secondo l’associazione ambientalista infatti si continuano “a sottovalutare i gravissimi pericoli connessi alla fragilità idrogeologica del territorio siciliano, accentuati tra l’altro dagli eventi meteorologici estremi connessi ai cambiamenti climatici in corso, e si antepongono interessi particolari alla sicurezza dei cittadini. Evidentemente le alluvioni che hanno devastato negli ultimi anni la Sicilia e provocato lutti, come quella del fiume Milicia a Casteldaccia, non hanno insegnato nulla”.
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