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Domenico Dolce contro i giovani siciliani “sempre sui social, non fanno niente”. La tirocinante: “ho fatto due lavori durante lo stage a D&G”

A replicare è una giovane siciliana che ha fatto uno stage proprio all’interno di Dolce&Gabbana

Polemica tra lo stilista Domenico Dolce e una siciliana, ex stagista alla D&G. Per spiegare bene l’accaduto è necessario fare un passo indietro e tornare a due qualche settimana fa, quando Domenico Dolce è ritornato nella sua Polizzi Generosa, in provincia di Palermo, per festeggiare, il 13 agosto, il 65esimo compleanno. Questa volta però, durante l’inaugurazione di una mostra fotografica, nella sua fondazione P.G. 5 cuori, aperta nel 2020, ha rilasciato una serie di dichiarazioni che hanno suscitato non poche polemiche.

“Cosa fai un giorno intero su Facebook, vai a lavorare”, dice lo stilista rivolgendosi ai giovani siciliani.

“I nostri genitori, si alzavano alle 5 del mattino, oggi le campagne sono abbandonate non possiamo dare la colpa allo Stato, alle istituzioni, al sindaco, le istituzione siamo noi, le generazioni di oggi non hanno una dignità”, continua.

“Mi dicono che non faccio niente per loro, io a 18 anni ho preso una valigia di cartone e sono andato a Milano – incalza Dolce – Fate noccioline, il fagiolo badda, ricamate, come si può pretendere il progresso se nessuno fa niente. Sapete cosa si aspettano da me i giovani? Che venga qua con una valigia piena di soldi da distribuire”, conclude.

Ebbene, a replicare è una giovane siciliana che ha fatto uno stage proprio all’interno di Dolce&Gabbana. Lei si chiama Benedetta Pellizzeri e, in una lettera inviata allo stilista, racconta la propria storia di vita tra cui proprio quel periodo nella moda.

“Lei si è mai chiesto perché quei giovani non vanno via dalla Sicilia? – scrive Benedetta – c’è chi come me si trasferisce a Milano a ventitré anni con mille euro sul conto corrente, risparmiati grazie a un lavoro trovato con Garanzia Giovani, e che con grande determinazione riesce a vivere in questa città, anche senza avere una solida stabilità economica, anche se il mio obiettivo era lavorare nella moda, e invece, lavoro in centro di smistamento postale; e sa cosa le dico: sono orgogliosa di me stessa, perché magari non faccio la vita che voglio, ma non ho mai mollato e sono sempre andati avanti, mi sono rialzata dopo ogni caduta e questo mi ha fatto capire che la vita è dura per me come per tutte le persone che mi stanno intorno.”

“Ho imparato che al diritto dell’onestà non devo mai rinunciare, ma non mi devo mai permettere di giudicare e offendere chi mi sta accanto, perché io non sono superiore a nessuno, lei forse è arrivato talmente in alto che ha messo da parte la modestia e, invece, di usare la sua voce per dare dei messaggi importanti ha demotivato una generazione, che ogni giorno combatte una guerra contro l’ignoranza. Sa, sono stata estremamente grata di aver potuto fare uno stage nella sua azienda, anche se probabilmente, ero l’unica ad alzarmi alle 7 del mattino e tornare a casa alle 24, perché pur di fare esperienza e portare avanti la mia passione ero costretta a mantenermi con un altro lavoro, e se la mia attività fosse valsa a poco, sono sicura che sarei stata mandata via in poco tempo, poiché conosco il mio valore. Non me la prendo se non mi è stata data l’opportunità di continuare il percorso lavorativo, perché so di aver dato il massimo ogni giorno, ma mi chiedo: lei signor Dolce c’è l’ha ancora quella passione che l’ha spinta a partire per Milano alla ricerca di un futuro migliore, o si è circondato di frivolezze senza rendersi conto di quello che le accade attorno?”

“Lei si è chiesto se prova ancora la stessa passione di quando ero ragazzo? Se magari anche quei ragazzi siciliani hanno dei sogni e provano a realizzarli? – conclude – Gli esseri umani sono come dei libri, non si giudicano dalla copertina”

La dibattito non è passato inosservato. L’eurodeputato Ignazio Corrao ha commentato sui social: “Perché lo stilista non produce i suoi costosissimi capi d’abbigliamento in Sicilia offrendo lavoro ai siciliani? Con quel che costano quei capi, con il margine di guadagno che ci fa, con la bravura e fortuna che ha avuto per entrare in quel segmento di mercato penso che non avrebbe alcuna difficoltà a pagare il giusto, o pagare bene, migliaia di lavoratori lasciando il segno in Sicilia”.


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