Urla, lacrime, crolli emotivi, da una parte e dall’altra dello sportello: il dramma determinato dal taglio del reddito di cittadinanza irrompe ogni giorno negli uffici del Comune di Palermo, con i servizi sociali “sotto assedio” e sul punto di esplodere nelle ore in cui l’Inps invia altri 32 mila sms per comunicare l’interruzione della misura ai cittadini che con la nuova legge sono cosiddetti “occupabili”, cioè tutti i nuclei che al proprio interno non hanno una persona over 60 o disabile o minorenne a carico.
A raccogliere l’sos delle assistenti sociali e degli assistenti sociali che operano nelle circoscrizioni della città sono la Cgil Palermo e la Fp Cgil Palermo, che avvertono del rischio di una “bomba sociale”: in una sola circoscrizione, dalla ricezione dell’sms dell’Inps a oggi, sono state ricevute almeno 600 persone.
A riempire gli uffici delle delegazioni, non sono solo gli ex percettori in difficoltà, inseriti nella piattaforma ministeriale, per i quali sarà reintrodotta una misura di sostegno ma anche coloro che, privi di una condizione di fragilità, dovrebbero dal primo settembre rivolgersi ai centri per l’impiego o al sito Inps per i supporti formazione e lavoro.
“Operatrici e operatori sono pochissimi e con l’acqua alla gola. Tutti gli ex percettori di reddito si sono riservati in questi giorni sui servizi sociali, chiedendo di avere risolta la propria posizione e non mollando gli uffici”, spiega Saverio Cipriano, coordinatore Comune di Palermo per la Fp Cgil Palermo.
“Quest’assedio della gente che quotidianamente si riversa nelle stanze bypassando ogni tentativo di filtro, alzando la voce, usando anche atteggiamenti aggressivi – prosegue – ha determinato stress, lacrime, crolli emotivi del personale. C’è chi si è dovuto mettere in malattia o in ferie. Gli assistenti non si possono ammalare per fronteggiare un carico del genere”.
Più volte, prosegue il sindacalista della Cgil, è stato chiesto l’intervento dei carabinieri. “Mancano gli assistenti sociali e il peso dello stop al reddito non può essere scaricato sugli assistenti sociali, sotto organico da noi anche più del 50 per cento. Nelle città del Sud si sta innescando una crisi sociale – denunciano Cipriano e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – e questo ha causato il rallentamento nello svolgimento degli altri compiti istituzionali. Gli stessi operatori sono stati impegnati nel fronteggiare anche le emergenze sociali delle 80 famiglie senza casa per gli incendi estivi. Non hanno tempo per rispondere alle istanze del Tribunale dei minori né per svolgere gli altri servizi assistenziali. Il Comune si sta ritrovando a gestire una crisi sociale e non è attrezzato allo scopo: Palermo, considerando la media di dipendenti per numero abitanti, come grande città dovrebbe fare leva su 7.700 dipendenti. In realtà ne ha solo 4.500, non a tempo pieno e molti ancora in part time e in categorie basse. Il Comune di Milano ha 19.600 dipendenti e non deve gestire la bomba sociale che c’è a Palermo”.
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