Il capo dei vescovi siciliani tenta di ricucire lo strappo tra la Chiesa e il governo Schifani, messo sotto accusa dal vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, dopo gli incendi che hanno devastato il territorio della diocesi. “Nei giorni scorsi – scrive monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Cesi – abbiamo ancora assistito al doloroso fenomeno degli incendi nella nostra Isola, con ulteriori danni al creato, al patrimonio e alle persone. Il perdurare annoso del fenomeno addolora tutti. Dopo le ore concitate e la comprensibile tensione creatasi, generata dalla volontà di esser prossimi alle persone in pericolo, siamo riconoscenti a tutte le istituzioni e ai volontari che si sono spesi per aiutare coloro che erano in difficoltà. Così è stato pure per le nostre comunità e i loro pastori”.
“Anche il governo regionale, per la parte che gli spetta – prosegue Raspanti in una nota – è messo a dura prova; constatiamo il suo sforzo di assumere i necessari provvedimenti per superare l’emergenza, attivare la necessaria prevenzione e pervenire al controllo del territorio. Mossi dallo spirito cristiano che pervade le nostre comunità, desideriamo anche noi, vescovi di Sicilia, offrire il contributo ecclesiale per la cura della casa comune, unendo le nostre forze a quelle già in campo”.
Il vescovo di Cefalù, raccogliendo il consenso di diversi sindaci del territorio, aveva invocato una “protesta generale” contro la Regione, accusata di inerzia nella prevenzione e nei ritardi sugli incendi della scorsa settimana, che proprio a Cefalù hanno ucciso una donna. La mossa aveva irritato il presidente della Regione, Renato Schifani, che aveva accusato Marciante di voler “fomentare sommosse“. Con Marciante si era schierato, tra gli altri, il sindaco di Cefalù.
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