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Morte Messina Denaro, aperto fascicolo per “omicidio colposo” contro ignoti

L’autopsia come è facile comprendere, servirà in qualche modo anche a sgombrare il campo su possibili future azioni legali da parte, magari, di rappresentanti di associazioni che da tempo si battono contro il regime del cosiddetto carcere duro

Foto Ansa.it

Omicidio colposo. È questo il reato che campeggia sul foglio “modello 44” (quello che si utilizza quando non ci sono indagati, dunque per gli ignoti) redatto dalla procura dell’Aquila (procuratore capo Stefano Gallo, sostituto procuratore, Simonetta Ciccarelli) nell’ambito degli accertamenti medico-legali irripetibili voluti dalla stessa procura del capoluogo di regione, di concerto con quella di Palermo, ed eseguiti non soltanto per offrire ai familiari di Matteo Messina Denaro un resoconto dettagliato sulle condizioni di salute dell’ex boss di Castelvetrano (ricoverato al San Salvatore dell’Aquila, in una cella per detenuti al 41 bis diventata nel tempo una sorta di hospice) ma anche sull’evoluzione della malattia (un cancro al colon già in uno stadio avanzato) e più in generale sull’attività incessante messa in campo dai medici e paramedici a vario titolo. L’autopsia come è facile comprendere, servirà in qualche modo anche a sgombrare il campo su possibili future azioni legali da parte, magari, di rappresentanti di associazioni che da tempo si battono contro il regime del cosiddetto carcere duro.

Sullo stesso ragionamento sempre in astratto, vanno considerate anche possibili rivelazioni di pentiti o detenuti che possono lanciare interrogativi o fare dichiarazioni sulla morte del boss. Considerazioni a 360 gradi sulle quali le due procure di fatto hanno deciso di non farsi trovare impreparate. Per fare ciò e solo da un punto di vista meramente tecnico si è deciso, appunto, di ipotizzare contro ignoti una presunta colpa medica. Salvo colpi di scena, lo stesso fascicolo, sarà destinato ad essere archiviato, una volta che gli esami effettuati ieri mattina all’obitorio dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, saranno messi a disposizione dall’anatomopatologo Cristian D’Ovidio – che ieri ha eseguito l’esame durato 4 ore – ai due pubblici ministeri e che gli stessi abbiano risultati compatibili con la gravità del quadro clinico del paziente.      Per fare ciò la stessa procura ha acquisito, tramite i carabinieri del Ros dell’Aquila, la cartella clinica di Matteo Messina Denaro insieme ad altri incartamenti. Intanto ieri alle 19.11 il feretro del boss ha lasciato l’ospedale San Salvatore per cominciare il lungo viaggio che nella prima mattina di oggi lo riporterà nella sua Castelvetrano. A trasportarlo un carro funebre arrivato da Campobello di Mazara, che per tutta la giornata di ieri è rimasto “nascosto” in città, prima di arrivare all’ospedale quando l’autopsia sul corpo del boss, durata 4 ore, è stata terminata e la procura ha rilasciato il nulla osta per la riconsegna della salma.


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