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“Non fu negligente”, assolto medico accusato di omicidio colposo

I parenti della vittima rischiano adesso a loro volta l'incriminazione per falsa testimonianza

Il giudice monocratico della terza sezione del tribunale di Palermo, Alessia Lupo, ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di omicidio colposo, il medico del servizio di emergenza 118 Dario Rampulla: era imputato di aver provocato la morte di un paziente, Pietro Meli, di 55 anni, un cardiopatico che era deceduto il 4 aprile 2016.

I parenti della vittima rischiano adesso a loro volta l’incriminazione per falsa testimonianza: il giudice ha infatti trasmesso gli atti alla Procura perché valuti la sussistenza di questo reato. In sostanza moglie, figli e fratelli di Meli, nelle loro deposizioni al dibattimento avrebbero cercato di dimostrare che Rampulla avrebbe sottovalutato la loro richiesta di portare il paziente in ospedale, nonostante gli avessero riferito di una violenta caduta conseguente a un calo di pressione. Il medico imputato aveva del tutto escluso questa circostanza e la sua tesi è stata suffragata dai riscontri raccolti dal difensore, l’avvocato Giuseppe Gerbino, nelle sue indagini. Il paziente era cioè stabilizzato e la caduta sarebbe avvenuta dopo che i medici erano andati via. Gli altri sanitari del 118 intervenuti con Rampulla avevano spiegato infatti che i parenti di Meli avevano escluso che il loro congiunto fosse caduto sbattendo a terra e per questo avevano rifiutato il trasferimento in ospedale, avvenuto solo il giorno dopo.


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