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Superbonus 110%: Confedercontribuenti chiede che si sblocchino i crediti

Il Presidente della Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, non ci sta e fa sentire la sua voce: "basta far fallire le aziende"

Nessuna proroga per i condomini che dovranno sostenere e chiudere i lavori di superbonus entro il 31 dicembre 2023. Il Governo ha deciso che il superbonus va ripensato secondo un’ottica diversa. Per questo motivo tutti gli emendamenti al decreto Asset, attualmente in discussione al Senato, che prevedevano un mantenimento del 90%, sono stati bocciati.

Questo significa che tutti i condomini, a partire da gennaio 2024, passeranno da una percentuale del 90% a una del 70%: un passaggio che sia i cittadini sia le imprese volevano evitare. A nulla sono serviti gli allarmi lanciati da cittadini, costruttori e professionisti del settore che chiedono almeno il completamento dei cantieri in corso, sospesi a causa del blocco della cessione dei crediti edilizi.

Ecco che il Presidente della Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, non ci sta e fa sentire la sua voce: “Noi chiediamo che il Governo intervenga immediatamente per sbloccare i crediti d’imposta e dunque di poter dare ossigeno alle 50.000 imprese che rischiano il fallimento. Non è più possibile che ancora attraverso decreti, decretucci e prese di posizione inutili si proceda materialmente a rinviare il problema. Addirittura a seguito delle ultime notizie dove Eurostat chiede conto dei crediti incagliati, è impensabile che il Governo voglia liquidare tutto entro aprile, maggio 2024. Questa ovviamente è pura follia e denota un forte senso di irresponsabilità perché di certo andranno al fallimento moltissime aziende. Noi chiediamo che il Governo faccia intervenire una volta per tutte cassa, depositi e prestiti per potere svincolare i crediti e se necessario che garantisca un’emissione speciale di buoni poliennali del tesoro che servono a cartolarizzare il credito stesso attraverso il debito che gli italiani potranno sottoscrivere in maniera decennale e che avrebbe un costo minore rispetto a quello che le banche addebitano alle imprese. Le soluzioni ci sono tutte. C’è solamente un problema di volontà politica e se questa volontà è quella di far fallire le aziende, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si assuma le sue responsabilità, lo dica ufficialmente e poi l’Italia con le sue aziende, con i suoi imprenditori e con i suoi cittadini saprà come reagire”.


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