L’ambientalista ed esploratore Sebastian Colnaghi si è recato recentemente sull’isola di Lampedusa, al largo delle coste italiane, alla ricerca di due particolari specie di serpenti, il Colubro lacertino orientale (Malpolon insignitus) e il Colubro dal cappuccio (Macroprotodon cucullatus).
Lampedusa, rinomata per le sue incantevoli spiagge e le acque trasparenti, si è rivelata rifugio perfetto per una varietà di specie animali, tra cui due specie di serpenti affascinanti e spesso misconosciuti. Sebastian Colnaghi ha dedicato appieno il suo tempo e la sua passione nella ricerca di questi rettili diffondendo la consapevolezza e l’importanza della conservazione della fauna selvatica.
“In questo mio ultimo viaggio – spiega Sebastian Colnaghi – ho studiato attentamente gli habitat locali esplorando le aree naturali nella speranza di avvistare e documentare le due specie di serpenti che vivono sull’isola. Attraverso pazienza e determinazione sono riuscito ad osservare due esemplari di Colubro lacertino orientale (colubride opistoglifo e velenoso ma dal veleno non letale per l’uomo). È una specie che può raggiungere una lunghezza totale di 176,1 cm ed in Italia è presente soltanto sull’isola di Lampedusa. Nel resto del mondo è invece rinvenibile nel Marocco orientale, nel nord Africa, in Giordania, in Iraq, in Iran orientale e, più a nord, nel Caucaso orientale fino a comprendere la Turchia, la Grecia e i Balcani fino in Croazia. Un predatore supremo nella sua nicchia ecologica. La sua presenza rappresenta una testimonianza della biodiversità dell’isola e dell’ecosistema marino circostante”.
“Di notte invece – prosegue l’ambientalista – ci siamo messi alla ricerca del Colubro dal cappuccio, anch’esso opistoglifo e velenoso ma non pericoloso per l’uomo sia per la bassa tossicità del veleno sia per le piccole dimensioni della bocca. È prevalentemente crepuscolare e notturno. Inizia, infatti, la sua caccia al crepuscolo. Ho avuto la fortuna di poterne osservare due esemplari. Questa specie è nota per la sua caratteristica forma a cappuccio sulla testa. È un serpente dalle dimensioni modeste che può raggiungere i 52,8 cm di lunghezza, si nutre prevalentemente di gechi, gongili ed anche di piccoli artropodi terricoli come insetti, chilopodi e aracnidi. In Italia è una specie vulnerabile che richiede particolare protezione essendo presente solo sull’isola di Lampedusa dove si ritiene possa essere arrivata durante le regressioni marine pleistoceniche. La sua area comprende il Sahara occidentale, Israele, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto e le Isole Baleari (Maiorca e Minorca). La sua presenza è un segno di un ambiente equilibrato e sano”.
“Al termine di questo viaggio – conclude Colnaghi – ho avuto l’opportunità di interagire con gli abitanti del posto condividendo la mia passione per la conservazione della fauna selvatica e discutendo l’importanza di preservare gli habitat naturali per garantire la sopravvivenza di queste e altre specie. Ho espresso profonda gratitudine alla comunità locale e alle autorità per il loro sostegno e la loro apertura nel condividere conoscenze sulle specie che vivono sull’isola e sugli sforzi per proteggere l’ambiente naturale”.
Sebastian Colnaghi è impegnato da qualche anno nel documentare la bellezza del mondo naturale e nell’ispirarne la conservazione. Attraverso i suoi viaggi e spedizioni cerca di connettersi con diverse culture e ambienti avendo sempre cura di rispettare e proteggere gli habitat naturali e le specie animali.
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