fbpx

In tendenza

Il fratello di Paolo Borsellino in commissione antimafia: “infiniti depistaggi su stragi di Stato”

Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, in commissione parlamentare antimafia

“Sono stati questi lunghi anni di depistaggi, di mancate indagini, di sentenze spesso contraddittorie in cui se sono stati assicurati alla giustizia forse alcuni di quelli che materialmente hanno ucciso Paolo, la stessa cosa non è accaduto per quelli che hanno agito nell’ombra, che hanno voluto la sua morte”.

Lo ha detto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, in commissione parlamentare antimafia.

“Non sono stati detti i veri motivi della strage. Se fosse stata voluta solo dalla mafia – ha aggiunto – non sarebbe stata commessa solo 57 giorni dopo quella di Capaci a cui la strage di via D’Amelio è indissolubilmente legata. Paolo ha cominciato a morire quel 23 maggio 1992″.

“Stragi di Stato”, ha incalzato. A Nino Di Matteo e Roberto Scarpinato, ha affermato Salvatore Borsellino, “manifesto pubblicamente la mia stima e gratitudine per avere in questi lunghi anni ricercato con tutte le loro forze verità e giustizia. Sono ben altri i magistrati contro cui si dovrebbe puntare il dito: Giovanni Tinebra che ha permesso i depistaggi e Pietro Giammanco che Paolo Borsellino e Giovanni Falcone ha ostacolato in ogni modo: questi magistrati avrebbero dovuto essere chianmati a rispondere del loro perato finché erano in vita”.


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni