“Salire sul red carpet del Festival del cinema di Venezia, chi l’avrebbe mai immaginato?”. Un evento, unico nel suo genere che la maggior parte delle persone può solo immaginare o guardare dalla tv, che diventa ancora più importante se si pensa che ad averlo vissuto davvero è ragazzo scappato dall’Egitto dieci anni fa, con un barcone, e che si è salvato. Remon Karam è uno dei tanti migranti minori non accompagnati arrivati, in questi anni al porto di Augusta, dopo essere stati soccorsi dalle “carrette del mare”, che ha avuto la grande fortuna di incontrare due genitori affidatari d’eccezione, gli augustani Marilena e Carmelo.
Dopo essere stato il protagonista di un libro, aver imparato cosi bene l’ italiano tanto da completare il ciclo scolastico arrivando anche a laurearsi, ha vissuto pure quest’esperienza sicuramente indimenticabile. E ha sfilato, come tanti idoli del cinema, all’ottantesima mostra internazionale d’arte cinematografica, che ogni anno viene organizzata dalla Biennale di Venezia al Lido di Venezia nei primi dieci giorni di settembre.
L’occasione è arrivata dalla presentazione, in anteprima alle “Giornate degli autori”, insieme all’autore-sceneggiatore Giovanni Caccamo, cantautore siciliano e al regista Angelo Pozzolino del docufilm “Parola ai giovani”, realizzato in collaborazione con Sky Arte su cui uscirà oggi, nell’ambito del “Manifesto del cambiamento”: un progetto di cui il giovane fa parte ideato da Caccamo, un manifesto culturale nato in risposta all’appello di Andrea Camilleri ai giovani per far partire un nuovo “umanesimo della parola” che raccoglie sessanta testimonianze di altrettanti giovani “che mi auguro possano aiutare chiunque si trovi in un periodo di impasse a ritrovare la bussola interiore riuscendo a essere scintilla di un cambiamento“- come l’ha presentato il suo autore.
Dei 60 testi raccolti nel volume i 15 considerati migliori per parlare del cambiamento – tra cui quelli della pallavolista Paola Egonu, di Salvatore Esposito attore di Gomorra, del musicista Riccardo Zanotti fondatore dei Pinguini tattici nucleari e, appunto, di Remon Karam- hanno fatto parte dell’ “agorà del cambiamento” che si è tenuta nella “Stanza della segnatura” di Raffaello nei Musei Vaticani ripresa anche nel documentario di 45 minuti, che stasera sarà trasmesso su Sky arte.
“Il manifesto è una raccolta di parole di tanti giovani, che raccontano cosa significa per loro cambiamento, che cosa cambieremmo della società in cui vivono e di cui con orgoglio faccio parte. La mia scelta non poteva che ricadere sull’accoglienza e attraverso la mia storia ho raccontato un esempio funzionale della parola” – ha riferito Remon che della partecipazione al festival di Venezia, con tanto di sfilata sul red carpet, dice che è stata “una bella esperienza, è stato emozionante essere lì. Era un sogno, non l’avrei mai detto, non è da tutti, non me l’aspettavo”.
Delle parole del cambiamento, inoltre, 12 sono state anche selezionate per creare delle opere ad hoc esposte al meeting di Rimini. “Tra queste c’è anche la mia realizzata da un artista veneziano, che ha preso il mio testo e l’ha immerso nell’acqua del mare, cercando di far capire cosa c’ era prima e dopo l’accoglienza. Un foglio su carta cotone, che verrà messa all’asta e il cui ricavato andrà in beneficenza alla fondazione Bocelli, che assegna delle borse di studio per i giovani, cosi come va in beneficenza tutto il ricavato del progetto”- ha aggiunto il ventiquattrenne che si divide tra Milano e la Sicilia e dopo la triennale in Lingue e culture moderne sta studiando Lingue e cooperazione internazionale all’università di Enna. Un giovane di cui sicuramente sentiremo ancora parlare.
di Cettina Saraceno
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