La Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare con la quale il Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di un trentottenne di origini siracusane, indagato per il delitto di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza sessuale aggravata, furto e revenge porn ai danni della ex compagna.
La delicata attività investigativa, avviata dopo la ricezione della prima denuncia da parte dell’U.P.G.S.P., attesa la gravità dei fatti contestati, è stata tempestivamente condotta dagli investigatori della Squadra Mobile di Siracusa, sotto l’attento coordinamento della locale Procura della Repubblica.
A riscontro delle informazioni assunte, si aveva modo di accertare che la donna già da alcuni mesi subiva maltrattamenti da parte dell’ex compagno, il quale anche in presenza della figlia minore della coppia, la minacciava ripetutamente, insultandola, appellandola con epiteti dal contenuto gravemente offensivo e percuotendola, costringendola, pertanto, a vivere in un clima di penose condizioni di vita.
Inoltre, la vittima in svariate occasioni, veniva seguita e raggiunta dall’ex compagno nella sua abitazione, il quale con insistenza si arrampicava alla finestra di casa della donna, nonostante i suoi plurimi inviti ad andare via, con l’intenzione di non voler riprendere alcun tipo di rapporto sentimentale.
Peraltro, non mancavano gli episodi in cui la donna veniva minacciata di morte dall’ex compagno, anche attraverso messaggi vocali inviati a terze persone, tramite sistemi di messaggistica istantanea; in un’occasione le minacce di morte verso la ex compagna venivano proferite dal padre direttamente alla propria figlia.
L’escalation criminale dell’indagato si concretizzava, infine, nel porre in essere una violenza sessuale ai danni della ex compagna, alla presenza della minore.
Nel corso delle indagini venivano acquisiti numerosi elementi a riscontro delle dichiarazioni della parte offesa, escussi numerosi soggetti informati sui fatti e trascritti svariati contenuti informatici, rilevatisi tutti indispensabili per la contestazione delle accuse a carico dell’indagato.
L’attività investigativa svolta ha consentito di compendiare un cospicuo quadro probatorio che ha determinato il P.M. procedente a condividere l’ipotesi accusatoria prospettata, richiedendo tempestivamente, attesa l’urgenza di interrompere l’azione criminosa, l’emissione del provvedimento cautelare nei confronti dell’indagato.
Al termine delle incombenze di rito, l’indagato è stato tradotto nella locale casa circondariale di Cavadonna a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
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