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Omicidio Roberta Siragusa, il sostituto procuratore generale chiede la conferma dell’ergastolo per l’ex fidanzato

L'accusa ha evidenziato il comportamento processuale del ventunenne Morreale, che ha cercato di precostituirsi un alibi, inviando messaggi all'ex fidanzata, pur sapendola già morta

Il sostituto procuratore generale di Palermo, Maria Teresa Maligno, ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per Pietro Morreale, il giovane di Caccamo (Palermo), accusato di avere ucciso, la sera del 23 gennaio 2021, l’ex fidanzata Roberta Siragusa.

Nel corso della sua requisitoria, tenuta davanti al collegio presieduto da Angelo Pellino, il Pg ha ricostruito le fasi del brutale femminicidio e il rapporto conflittuale tra i due protagonisti (lui all’epoca diciannovenne, lei diciassettenne), in cui ci sarebbero stati ben 31 episodi di violenze fisiche e psicologiche, che avevano sconvolto la vita della povera Roberta.

Il rappresentante dell’accusa ha anche evidenziato il comportamento processuale del ventunenne Morreale, che ha cercato di precostituirsi un alibi, inviando messaggi all’ex fidanzata, pur sapendola già morta. Inaccettabile dunque la tesi difensiva che addirittura nega l’omicidio, parlando di un tragico incidente o di un suicidio.

I legali di parte civile della famiglia Siragusa, gli avvocati Giovanni Castronovo, Giuseppe Canzone, Sergio Burgio e Simona La Verde, che hanno ribadito con forza che non vi è alcun intento di vendetta da parte della famiglia della diciassettenne, ma solo il diritto di avere una risposta certa sulle cause della morte della giovanissima caccamese e sul nome del suo assassino.


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