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Truffe all’Ue: 58 rinviati a giudizio nel Palermitano

Secondo l'accusa il gruppo si sarebbe appropriato di fondi europei senza averne alcun titolo

La Procura europea (Eppo) di Palermo ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di 58 imputati, 56 persone fisiche e due società, coinvolte in un’indagine per associazione a delinquere, corruzione e frode. Secondo il Gup del tribunale di Termini Imerese (Palermo), Gregorio Balsamo, il gruppo si sarebbe appropriato di fondi europei senza averne alcun titolo: da qui la competenza dei pm europei Gery Ferrara e Amelia Luise.

Nel giugno dell’anno scorso la Guardia di finanza di Palermo aveva proceduto a una serie di arresti, ipotizzando l’esistenza di una rete di attività di organizzazioni criminali che coinvolgevano funzionari pubblici di alto livello e professionisti del settore. Gli investigatori avevano ricostruito l’esistenza di un sodalizio organizzato in grado di pilotare le decisioni al fine di consentire a società private operanti nel circondario di Palermo di ricevere finanziamenti agricoli da fonti comunitarie e nazionali, nell’ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) dell’Ue.

Dodici indagati erano finiti agli arresti domiciliari, altri dieci obbligati a comparire davanti alla polizia giudiziaria, denaro e beni per un valore di circa 2,5 milioni di euro erano stati sequestrati preventivamente. Ora l’accusa ritiene di aver provato – cosa che sarà valutata nel processo – l’influenza indebita sul processo decisionale dei funzionari pubblici dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura (Ipa) della Regione siciliana. I mediatori sarebbero riusciti a far sì che ai propri clienti venisse concessa una percentuale sproporzionatamente alta di richieste di finanziamento, con un significativo guadagno finanziario per i membri del gruppo.

Secondo l’indagine, i funzionari pubblici dell’Ipa, responsabili della valutazione dell’ammissibilità delle richieste di finanziamento, hanno sistematicamente favorito altri uffici tecnici, compresi quelli di agronomi e ingegneri. Oltre 20 le richieste di finanziamento concesse illegalmente e due casi di presunta corruzione che coinvolgono funzionari pubblici e imprenditori privati. Inoltre, una serie di reati come l’associazione a delinquere e contro la pubblica amministrazione, tra cui l’abuso d’ufficio, la rivelazione di segreti d’ufficio, la falsificazione materiale/ideologica di documenti pubblici, la soppressione, l’occultamento e la distruzione di documenti pubblici, forse commessi dai pubblici ufficiali dell’Ipa di Palermo e dagli altri membri del gruppo in vari ruoli.


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