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“Pietra tombale”, come al cimitero di Pozzallo avvenivano (e si tentavano) estorsioni e minacce

Il principale indagato che cercava di imporre i suoi uomini e i suoi lavori all’interno del cimitero di Pozzallo, era stato già arrestato ad agosto dalla Mobile, per fatti analoghi

Si chiama “Pietra tombale” l’operazione partita da una attività del maggio 2022 a seguito della denuncia di un imprenditore che stava realizzando un lavoro all’interno del cimitero di Pozzallo. Ma non è tutto; ci sono stati sette episodi denunciati, due estorsioni compiute e cinque tentate, in una escalation di episodi culminati con minacce effettuate con colpi di pistola. Al principale indagato un 33enne di Pozzallo sono contestati i reati di estorsione, tentata estorsione, danneggiamento, lesioni personali e minacce – effettuate anche con colpi arma da fuoco – e concorso in detenzione e spaccio con tutti gli altri indagati. I fatti vengono riassunti dal comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Carmine Rosciano, affiancato dal comandante della Compagnia di Modica, maggiore Francesco Zangla e dal luogotenente Antonello Spadaro al comando della stazione di Pozzallo. Una operazione che ha visto impegnato un dispositivo imponente con 60 militari, 20 veicoli del’arma e 3 unità cinofile di Nicolosi. Tredici misure cautelari emesse dal Gip, Eleonora Schininà, su richiesta della procura che ha coordinato le indagini con il sostituto procuratore Gaetano Scollo. L’operazione ha riguardato li territori di Ragusa, Catania, Agrigento, Palermo e Verbania. Delle sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre sono sono state notificate in carcere. Il principale indagato che cercava di imporre i suoi uomini e i suoi lavori all’interno del cimitero di Pozzallo, era stato già arrestato ad agosto dalla Mobile, per fatti analoghi.

“L’operazione di oggi deve essere anche un invito agli imprenditori e ai committenti che hanno visto lesi i loro diritti e che sono sotto minaccia, violenza e estorsione: si rivolgano a noi con fiducia presso qualsivoglia presidio dell’Arma”, afferma il maggiore Zangla, “l’attività di oggi accende un faro sul cimitero di Pozzallo; all’interno, c’era una gestione monopolizzata dei lavori edili per la costruzione di manufatti e dell’indotto afferente i servizi”. Una escalation culminata a maggio 2023 quanto imprenditore sta entrando al cimitero con la sua autovettura: “Viene prima minacciato poi inseguito con un scooter, strattonato, picchiato con lesioni che saranno giudicate guaribili in 15 giorni; lui scappa ma ma gli vengono esplosi tre colpi di pistola. Pistola che forse è stata trovata in perquisizioni odierne a Catania presso il destinatario di uno degli ordini di carcerazione. Aveva la matricola abrasa; le indagini chiariranno se è stata quell’arma a sparare”. E poi un giro di droga che ha coinvolto tutti gli indagati: cocaina Hashish e marijuana sull’asse Catania-Pozzallo con una ventina di assuntori identificati e che faceva capo anche al personaggio che operava le estorsioni al cimitero. “L’operazione è strategicamente importante per il territorio di Pozzallo – ha commentato il comandante provinciale – alla stazione, un plauso per attività investigativa brillantemente condotta; è tra le più impegnate della provincia anche per la presenza dell’hotspot. A coordinare le attività a Pozzallo, il comandante, il luogotenente Antonello Spadaro. In merito all’operazione, avere in un cimitero un soggetto di questo calibro criminale, determina una compressione pesante della libertà individuale e di impresa”. Un giro di droga di almeno 50 mila euro, e una cappa al cimitero che tanto per esemplificare, poneva ‘l’impresario’ in una posizione dominante nel mercato delle costruzioni cimiteriali (su 400 loculi, poco meno di 100 portavano la sua ‘firma’) in un clima di pesante intimidazione che a maggio dello scorso anno aveva portato anche all’incendio nel cimitero di manufatti in legno di una impresa concorrente.


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