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Respinto ricorso, negata la stabilizzazione di tre precarie Covid

La difesa del Civico ha ribattuto che si trattava invece di lavoro autonomo, dato che mancava il vincolo della subordinazione, cioè della sottoposizione del prestatore d’opera al potere direttivo, disciplinare, di organizzazione e di controllo del datore di lavoro

Il giudice del Lavoro di Palermo ha respinto il ricorso proposto da tre operatrici sociosanitarie che avevano lavorato nell’Arnas (azienda ospedaliera nazionale di alto rilievo e specializzazione) Civico-Di Cristina- Benfratelli. Il tribunale ha condiviso le argomentazioni dell’avvocato Girolamo Rubino, legale nominato dall’amministratore del Civico, Roberto Colletti. Le tre lavoratrici avevano sostenuto di avere svolto attività di lavoro subordinato in favore dell’azienda ospedaliera, attività inquadrabile, secondo le loro tesi, nell’alveo del contratto di lavoro della categoria e riferibile a quella svolta fagli altri operatori sociosanitari (Oss).

La difesa del Civico ha ribattuto che si trattava invece di lavoro autonomo, dato che mancava il vincolo della subordinazione, cioè della sottoposizione del prestatore d’opera al potere direttivo, disciplinare, di organizzazione e di controllo del datore di lavoro. Tra l’altro il breve periodo di assunzione delle tre “Oss”, con contratti di lavoro di natura subordinata solo durante il periodo di emergenza Covid, non giustifica la trasformazione dell’intero rapporto di lavoro, dato che nel 2020-2021 c’erano particolari esigenze di natura emergenziale e sanitaria, poi rientrate.


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