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Salari, pensioni, sicurezza sul lavoro e politiche per il Mezzogiorno: a Siracusa lo sciopero Cgil e Uil

Partito il corteo da piazzale Marconi

Salari bassi, sicurezza nel lavoro precaria e perdita del potere di acquisto. Sono i temi indicati a Siracusa dal segretario nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel corso dello sciopero organizzato da Cgil e Uil contro la manovra economica del Governo nazionale: “C’è un tema – ha detto – che riguarda i salari, i lavoratori dipendenti, i pensionati. C’è una perdita del potere di acquisto di oltre il 15%: chiediamo che il governo si preoccupi intanto di far recuperare il potere di acquisto alle tante persone che non arrivano alla fine del mese. Poi c’è un tema che riguarda il lavoro e la sicurezza: si continua a morire”.

Il segretario nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardini, attacca a Siracusa il Governo nazionale sulle politiche fiscali, che a suo parere penalizzano le classi sociali più povere e su quelle del Mezzogiorno. “Le tasse le pagano – dice Bombardini- sempre gli stessi e c’è un tema che riguarda le pensioni: il grande bluff di questa manovra. Ci sono anche le politiche per il Mezzogiorno che sono state dimenticate. Come si rilancia l’occupazione in Sicilia e nel mezzogiorno tenuto conto che oggi c’è una parità tra i pensionati e lavoratori? Come si riesce ad arginare il fenomeno dei ragazzi che si preparano per andare via a lavorare da un’altra parte? Alle motivazioni nazionali oggi si aggiungono motivazioni forti che riguardano il Mezzogiorno e la necessità di garantire a questa terra, a questi cittadini pari dignità rispetto a tutti gli altri”.

“Io spero che in questo paese ci sia ancora lo spazio democratico di dire non siamo d’accordo – dice Bombardieri – La Costituzione prevede la possibilità dello sciopero e invece c’è una polemica se lo sciopero sia utile o inutile. C’è tanta gente che non arriva alla fine del mese, tanti pensionati che sono lasciati da soli. Tanti giovani che da queste terre dopo essersi preparati emigrano da altre parti. Allora la piazza, per noi è strumento di democrazia. Non rispondiamo alle polemiche sui numeri e sulle altre cose: c’è ancora spazio in questo paese per la rappresentanza democratica di un pensiero che non sia completamente allineato? In questo paese c’è il pluralismo sindacale sì, ci sono sensibilità e storie diverse per fortuna, non c’è un sindacato unico. Quindi rispetto per chi fa scelte diverse ma lo stesso rispetto per i lavoratori e lavoratrici che stanno in piazza oggi”.

Non c’è una sola ragione per cui oggi non si debba scioperare” ha detto il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi. “La politica economica di questa finanziaria ha un tratto – ha detto Alosi – antimeridionalista, non ci sono risorse per la sanità, non ci sono risorse per le pensioni, si allarga il precariato, si mortifica l’istruzione: non c’è un futuro per i giovani. Questa è una terra che dice basta e non si fermerà. Noi mettiamo al centro la dignità delle persone, i salari, la fiducia e la libertà che qualcuno prova ad imbavagliare”.

“La Sicilia non reggerà il peso di una manovra che colpisce tutti, dai giovani agli anziani, alle donne, a tutti i lavoratori. Non reggerà all’assenza di prospettive future a causa della mancanza di politiche di sviluppo e di misure antimeridionaliste come l’autonomia differenziata. Diventeremo più poveri e la nostra terra più deserta. Già ogni anni almeno 20 mila giovani vanno via in cerca di un futuro migliore e la situazione non potrà che peggiorare. Per questo lo sciopero oggi oltre che un diritto è un obbligo e il segnale che viene da Siracusa è che il mondo del lavoro vuole essere protagonista del cambiamento. Questa mobilitazione dunque continuerà finchè non cambieranno le politiche scellerate del governo – ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – Siano stretti nella tenaglia di due governi, quello nazionale e quello regionale – ha sottolineato Mannino – che dopo avere blandito i siciliani con false promesse fanno oggi gioco di sponda per affossare ulteriormente la Sicilia. Il governo Meloni ritiene con evidenza che il Mezzogiorno e la Sicilia siano un peso da sganciare al proprio destino. Il governo Schifani, che dovrebbe essere il primo soggetto a guidare la protesta, parla il politichese e non la lingua degli interessi della siciliani. Per questo – ha sottolineato Mannino – i siciliani sono chiamati a reagire, nessuno può più girarsi dall’altra parte, sapendo che non sarà una battaglia di breve durata e che è arrivato il momento di alzare la testa e di prendere nelle mani il proprio destino.Per nuove politiche per lo sviluppo e l’occupazione, contro le disuguaglianze sociali e territoriali, nell’interesse delle lavoratrici, del lavoratori, dei pensionati, delle giovani generazioni”.

Si defila dalla manifestazione la Cisl


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