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Viadotto crollò dopo 6 giorni, prescritta parte del processo

Il cedimento avvenne in orario pomeridiano, fu notato e venne tempestivamente disposta la chiusura, evitando conseguenze per gli automobilisti di passaggio

Il viadotto durò nemmeno da Natale 2014 a Capodanno 2015, il processo per il repentino e incredibile crollo dello Scorciavacche a Mezzojuso (Palermo) dura invece – solo per iniziare – da sette anni e la prescrizione ora ha cancellato parte delle imputazioni mosse a nove delle persone sotto accusa. Lo ha deciso il Tribunale di Palermo, costretto al classico colpo di spugna per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e di falso, legati all’incredibile vicenda del ponte sulla Palermo-Agrigento, aperto alla circolazione in assenza di collaudo, dunque con gravissimi pericoli per chi lo percorreva, sol perché, secondo l’inchiesta, i dirigenti dell’Anas avrebbero così potuto ottenere i premi di produzione.

Il cedimento avvenne in orario pomeridiano, fu notato e venne tempestivamente disposta la chiusura, evitando conseguenze per gli automobilisti di passaggio. Con la dichiarazione di prescrizione escono di scena i dirigenti dell’Anas Alfredo Bajo, Claudio Bucci, Maria Coppola, Salvatore Giuseppe Tonti e poi Giuseppe Buzzanca, Stanislao Fortino, Fulvio Giovannini, Pierfrancesco Paglini, Giuseppe Russello e Nicolò Trovato, che erano rappresentanti e dipendenti dell’impresa che stava facendo i lavori. Rimangono a giudizio l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, i dirigenti Stefano Liani e Michele Vigna. Resta in piedi l’ipotesi di induzione a dare o promettere utilità. Il cedimento del viadotto avvenne il 30 dicembre 2014, una settimana dopo l’inaugurazione, avvenuta il giorno 23 dello stesso mese. Tempi lunghi a causa di un conflitto di competenza territoriale risolto dalla Cassazione in favore di Palermo, con l’esclusione delle altre sedi che erano state precedentemente indicate, Termini Imerese (Palermo) e Roma: la scelta cadde sulla città in cui erano stati firmati i contratti di affidamento dei lavori. Gli imputati che hanno beneficiato della prescrizione sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Fabrizio Lanzarone, Enrico Sorgi, Giovanni Crimi, Alfonso Sorge e Andrea Crescimanno.


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