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Frane, a Cesarò appalto da oltre due milioni per consolidare la Rocca Giannina

La gara è stata pubblicata dalla Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Renato Schifani. Le offerte potranno giungere per via telematica agli uffici di piazza Ignazio Florio a Palermo, diretti da Maurizio Croce, fino al prossimo cinque febbraio

Un appalto da due milioni e 200 mila euro per affidare l’intervento che a Cesarò, nel Messinese, consentirà di mettere in sicurezza un tratto della strada statale 120 e alcune abitazioni che si trovano a valle della Rocca Giannina. Sulla sommità della rupe sorge il Castello Colonna e dalle pareti rocciose, negli ultimi anni, a più riprese è scivolato giù del pietrame, a conferma di un pericolo costantemente in agguato. Le case, con ordinanza dell’amministrazione cittadina, vennero sgomberate nel 2018 dopo il distacco di alcuni massi.

La gara è stata pubblicata dalla Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Renato Schifani. Le offerte potranno giungere per via telematica agli uffici di piazza Ignazio Florio a Palermo, diretti da Maurizio Croce, fino al prossimo cinque febbraio.

«L’arteria sarà messa al riparo da nuovi crolli che potrebbero verificarsi – sottolinea il governatore siciliano – riveste un’importanza fondamentale per il comune che ricade nel Parco dei Nebrodi, poiché rappresenta l’unica via di comunicazione con Catania, Enna, Messina e gli altri paesi della Sicilia orientale. Le opere in programma, inoltre, daranno la possibilità ai proprietari di tornare nelle case che sono stati costretti ad evacuare. Lavoriamo ogni giorno per rimuovere tutte le potenziali situazioni di pericolo che ci vengono segnalate in modo da garantire ai cittadini territori sicuri e, in quanto tali, sempre più funzionali alla loro economia».

Così come prevede il progetto, dopo i lavori di pulizia e decespugliamento del pendio, dal quale verranno rimossi i massi più instabili, si procederà con la collocazione di reti e barriere paramassi. Saranno eliminate, contestualmente, alcune strutture di difesa posizionate cinque anni fa dalla Protezione civile e che oramai risultano in gran parte danneggiate.


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