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Finto assalto con l’acido, la Procura: “Fondamentali le intercettazioni”

Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, durante la conferenza stampa in Questura in cui sono stati illustrati i dettagli dell'arresto della cinquantenne che lo scorso 5 dicembre aveva accusato il marito d'averla ferita con l'acido

“L’assoluta indispensabilità delle intercettazioni e gli accertamenti svolti dalla polizia scientifica, dalla squadra mobile e dal mio ufficio hanno portato, in breve tempo, a capovolgere quelle che erano le nostre prime impressioni sul caso e a rivolgere l’attenzione all’attuale indagata, accertando allo stato degli atti una dinamica diametralmente opposta a quella che era stata proposta dalla stessa indagata e oggi sottoposta a custodia cautelare”. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, durante la conferenza stampa in Questura in cui sono stati illustrati i dettagli dell’arresto della cinquantenne che lo scorso 5 dicembre aveva accusato il marito d’averla ferita con l’acido. Versione dei fatti che si è rivelata opposta.

“Su quel che è accaduto e sulle specifiche intenzioni di ciascuno dovremo completare gli accertamenti. Allo stato attuale è certo che era indispensabile rimettere in libertà il marito, che era stato attinto da misura cautelare per lo stesso identico reato, compatibilmente con i tempi processuali, che non sono i tempi della comunicazione mediatica, per fatti di questo tipo”. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, a proposito dell’arresto della donna 50enne accusata di avere aggredito il marito con l’acido salvo poi denunciare il contrario e farlo arrestare. “L’esito dell’attività investigativa e degli accertamenti tecnici, svolti compatibilmente con la disponibilità del personale – ha aggiunto -, ha permesso di far eseguire l’ordinanza a carico della donna, per reati di particolare gravità che prevedono una pena superiore ai 20 anni. Il dato oggettivo è che il 48enne non sarà mai più lo stesso uomo”.

“La situazione appariva poco chiara fin dal principio perché io non ho mai visto una donna aggredita con l’acido che ha lesioni limitate e superficiali e l’aggressore viceversa fisicamente distrutto. E questa era la prima enorme anomalia nella narrazione resa dalla signora in ospedale davanti al pm Maria Barbara Grazia Cifalinò che ha condotto le indagini nella prima fase”. Lo ha detto il procuratore di Agrigento, Giovanni Di Leo, a proposito dell’arresto della donna accusata di avere inscenato un’aggressione con l’acido da parte del marito. “Preso atto di questo – ha aggiunto il procuratore – abbiamo deciso di agire con la massima prudenza facendo tutti gli accertamenti. Io stesso sono andato a fare un sopralluogo sulla scena del crimine assieme al Gabinetto di polizia Scientifica quando abbiamo avuto la disponibilità del personale che, per quello che accade in Sicilia, dovrebbe avere 150 persone per essere presente dovunque, in tempo reale, come la cronaca televisiva e giornalistica vorrebbero. Ma non è così e quindi abbiamo dovuto aspettare. Quando abbiamo avuto il personale del Gabinetto di polizia Scientifica ci siamo fatti un’altra idea”. Di Leo aggiunge: “Poi la polizia giudiziaria ha svolto ulteriori indagini a riscontro – ha proseguito Di Leo -, abbiamo verificato che alcune cose che ci erano state dette nell’immediatezza non rispondevano a verità, ulteriori contraddizioni. L’idea diversa deve essere poi, naturalmente, compendiata, riscontrata, confortata, verificata. E allo stato siamo arrivati a questo punto, abbiamo ancora gli accertamenti tecnici in corso, la signora deve essere interrogata, dovranno essere risentiti i figli della signora, dovremo svolgere ulteriori attività a riscontro su vicende pregresse e attuali. Poi – conclude – tireremo le fila di questa vicenda che ormai, a me sembra, nella sua dinamica materiale abbastanza chiara”.


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