Operazione “Gioiello”: 9 misure cautelari per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio. Dodici colpi scoperti, per un bottino in oro e gioielli di oltre 120 mila euro. Individuati anche i canali della ricettazione, ad opera di due gioiellieri di Catania. Oltre 100 carabinieri del Comando provinciale che con il supporto dei reparti specializzati, hanno l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip etneo: 5 in carcere, uno agli arresti domiciliari; un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di permanenza in casa in orario notturno, due obblighi di dimora e di permanenza in casa in orario notturno). L’indagine, coordinata dalla Dda di Catania e condotta dai carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, ha consentito di individuare un gruppo criminale specializzato in furti in abitazione, che tra l’aprile 2019 e il dicembre 2021, avrebbe messo a segno ben 12 colpi in diversi Comuni della provincia. Individuati anche i canali della ricettazione dei vari bottini, consistenti per lo più in oggetti preziosi e monili in oro, realizzata grazie alla complicità di due fratelli, titolari di una gioielleria di Catania (destinatari anch’essi della misura cautelare), che si premuravano anche di ripulire la refurtiva da pietre e da possibili altri inserti non di loro interesse, per rendere più difficoltoso un possibile riconoscimento da parte delle vittime.
Le indagini, coordinate, nel periodo compreso tra giugno e dicembre 2021, dalla procura di Catania ed eseguite dalla Stazione Carabinieri di San Giovanni La Punta, hanno permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero come, nell’ambito territoriale dei comuni di Catania, Gravina di Catania, San Giovanni la Punta, Sant’Agata Li Battiati e Tremestieri Etneo, operasse un gruppo specializzato in furti in abitazione, capeggiati dal 37enne catanese Carmelo Passalacqua. Ricostruite non solo le modalità dei furti, ma anche la successiva collocazione della refurtiva, consistente per lo più in oggetti preziosi e gioielli in oro, presso i ricettatori, individuati nei titolari di una gioielleria catanese, i due fratelli Salamone, destinatari anch’essi di misura cautelare proprio per il ruolo che avrebbero svolto. Le indagini, sviluppate sia mediante attività tecniche, sia attraverso i tradizionali approcci investigativi come i pedinamenti degli indagati, hanno tratto spunto da un furto commesso il 5 giugno 2021 in un appartamento di San Giovanni La Punta, avendo i militari, in quel frangente, grazie alla collaborazione di una vicina di casa, testimone oculare, accertato l’identità del ‘palo’, individuato poi in David Cristian Spaticchia, e dell’autore materiale del reato nell’abitazione presa di mira e raggiunta arrampicandosi su una grondaia, individuato in Carmelo Passalacqua. A loro è inoltre attribuita la partecipazione al colpo commesso 14 giorni dopo, il 19 giugno 2021, in una casa di San Giovanni La Punta. Impulso determinante alle attività investigative si è avuto il 30 giugno 2021, a seguito di un doppio furto in abitazione a San Giovanni la Punta, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. Grazie all’esame delle videoregistrazioni delle telecamere presenti, i militari hanno potuto rilevare l’auto, una Opel Corsa nera, utilizzata dalla banda, per poi risalire a colui, a Emanuele Zappalà che l’avrebbe noleggiata a questo scopo.
Ricostruendo il percorso seguito dall’automobile dopo i furti, si è passati ad accertare i complici nella successiva fase della ricettazione, individuando una gioielleria di viale Mario Rapisardi gestita da due fratelli catanesi, Vincenzo e Grazia Salamone, che, dopo essersi accertati dell’autenticità dell’oro, avrebbero provveduto a ripulire i monili da pietre e da possibili altri inserti non di loro interesse, per rendere più difficoltoso un possibile riconoscimento da parte delle vittime, per poi procedere, dopo la pesa al ‘netto’, al pagamento in contanti ai ladri. Nel complesso, sono stati contestati 12 furti in abitazione, che hanno approssimativamente fruttato 120 mila euro quale provento sia della vendita dei preziosi trafugati, sia di altri oggetti di valore quali borse da donna griffate, zaini, televisori e personal computer portatili. le modalità di azioni prevedevano il sopralluogo nei condomini di possibile interesse; l’individuazione di quello che sarebbe stato l’appartamento da depredare, scelto anche in base alla facilità di accesso, con specifico riferimento a quelli serviti da balconi con porte finestre; verifica, suonando il citofono, dell’assenza di persone all’interno dell’abitazione prescelta; introduzione, dopo l’effrazione degli infissi, all’interno delle case; blocco delle porte d’ingresso con sedie e mobili al fine di rendere difficoltoso un eventuale improvviso rincasare dei proprietari e così agevolare la fuga. A riscontro del quadro indiziario, vi è stato, il 20 dicembre 2021, l’arresto in flagranza, con ritrovamento della refurtiva, compresi orologi per un valore di 15 mila euro e di 4.600 euro in contanti, nonché di arnesi da scasso e di un flex, a San Giovanni la Punta, di 4 degli indagati: Carmelo Silvestro Passalacqua, Pasquale Scuderi, Massimo Luigi Sturniolo e Emanuele Zappalà. Il gip, su richiesta del pm, ha quindi disposto il carcere per Passalacqua, di 37 anni, Scuderi, di 55, Spaticchia, di 39; Sturniolo, di 51, e Zappalà, di 45 anni; domiciliari per Vincenzo Salamone, 72 anni; per la sorella Grazia, di 79, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di permanenza in casa in orario notturno. Per Paolo Carmelo Simone Di Guardo, di 30 anni, e Claudio Tosto, di 41, obbligo di dimora e di permanenza in casa in orario notturno.
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