Calci e pugni al’ex compagna e la minaccia di portarle via il figlio: i carabinieri della stazione di Calatabiano, nel Catanese, hanno tratto in arresto un giovane 30enne originario di Misterbianco per “atti persecutori e maltrattamenti in famiglia” nei confronti della ex convivente.Le violenze dell’uomo, iniziate già nello scorso mese di novembre e rivolte alla giovane compagna 23enne, sarebbero consistite addirittura in morsi alle cosce e pugni al pube nel corso di liti per futili motivi. In una occasione il 30enne avrebbe scoperto che la donna aveva pubblicato alcune foto sui social network e, in un’altra occasione, lei gli avrebbe negato di utilizzare la carta del reddito di cittadinanza per acquistare le sigarette. La ragazza, quindi, esausta e sfiduciata dal comportamento violento dell’uomo, ha deciso, per il suo bene e per quello del figlio della coppia, di lasciare il compagno e rifugiarsi a casa della madre.
Lui non si era rassegnato alla rottura della loro convivenza, ha scovato la donna a cena a casa di amici e, dopo essersi lì presentato ed aver minacciato tutti i presenti, ha preso a calci la porta d’ingresso per cercare di entrare e portare via l’ex compagna, ma il padrone di casa si è opposto. Dopo qualche giorno la giovane, in preda al panico, ha chiesto aiuto ai carabiniri perché il suo ex compagno le aveva mandato più messaggi telefonici preannunciandole che l’avrebbe presto raggiunta a casa della madre per riprendersi il figlio.L’uomo è stato rintracciato dai militari a bordo della sua autovettura a poche centinaia di metri dall’abitazione della donna, quindi è stato controllato e sanzionato poiché sprovvisto di patente di guida. Durante il controllo, il trentenne, però, non ha desistito ed ha continuato ad inviare numerosi messaggi alla giovane vittima con esplicite minacce di morte.La ragazza, terrorizzata, ha informato subito i Carabinieri di questi ulteriori sms minatori: i militari hanno portato l’uomo in caserma e, sulla scorta di tutti gli elementi raccolti, dall’esame e all’estrapolazione del contenuto delle conversazioni tramite messaggistica dal telefono della vittima e del successivo sequestro probatorio del telefono cellulare in uso all’uomo, lo hanno arrestato per i reati di atti persecutori e maltrattamenti contro familiari. Il trentenne è adesso nel carcere di Catania “Piazza Lanza”.
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