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Uccise boss per schiaffo al figlio, condannato all’ergastolo

I giudici hanno condannato l'imputato alla massima pena riconoscendo l'aggravante della premeditazione

La seconda sezione della corte d’assise di Palermo ha inflitto l’ergastolo a Salvatore Fernandez, ritenuto colpevole dell’omicidio del boss del clan di Porta Nuova, Giuseppe Incontrera. L’uomo fu assassinato il 30 giugno 2022 in via Imperatrice Costanza, nel capoluogo siciliano e, sebbene la vittima fosse un capocosca, impegnato anche sul fronte dello spaccio di droga, la mafia non c’entrerebbe.

I giudici hanno condannato l’imputato alla massima pena riconoscendo l’aggravante della premeditazione, così come richiesto dai pm Gaspare Spedale e Luisa Bettiol, della Dda. Il collegio era presieduto da Vincenzo Terranova, a latere Mauro Terranova.

Fernandez, reo confesso, era assistito dall’avvocato Salvatore Ferrante, che ora presenterà appello chiedendo l’applicazione delle attenuanti generiche e della provocazione.

L’omicidio fu commesso a colpi di pistola, dopo un inseguimento in strada nel popolare quartiere della Zisa e sarebbe avvenuto al termine di una serie di litigi tra l’assassino e la vittima. Fernandez avrebbe maturato la decisione di assassinare Incontrera dopo una discussione (intercettata) con uno dei figli dell’imputato, al quale il boss avrebbe attribuito il furto “non autorizzato” di un motorino.

I carabinieri stavano proprio in quei giorni indagando su vicende di droga, che di lì a poco portarono ad alcuni arresti nella zona, e avevano piazzato telecamere in strada: Fernandez avrebbe portato il figlio davanti a Incontrera, che poi sarebbe andato molto oltre ciò che lo stesso imputato si aspettava e avrebbe schiaffeggiato il giovane. Da lì la decisione di assassinarlo.


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