Il tribunale collegiale di Caltanissetta, dinnanzi al quale si celebra il processo sul presunto sistema Montante, ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, Andrea Cavacece, Angelo Cuva e Arturo Esposito.
L’accusa della procura a carico del Presidente della Regione Renato Schifani al processo sul presunto sistema Montante era pesante: associazione a delinquere in concorso e fuga di notizie nell’ambito delle indagini della procura distrettuale di Caltanissetta.
Con la stessa accusa erano finiti a processo Angelo Cuva e Andrea Cavacece, quest’ultimo caporeparto dell’Aisi. Secondo l’accusa i tre – seppur in momenti diversi e con interlocutori differenti – avrebbero discusso dell’indagine che si stava conducendo a Caltanissetta a carico di Antonello Montante. Avrebbero acquisito delle informazioni investigative, all’epoca ancora coperte dal segreto istruttorio, e le avrebbero diffuse. Secondo la procura la prescrizione per i tre sarebbe dovuta giungere a settembre o ottobre del 2024.
“L’assunto della pubblica accusa – ha letto il presidente del collegio Francesco D’Arrigo – pur suggestiva e originale si pone in contrasto con la ricostruzione giurisprudenziale del concorso eventuale associativo”.
I quattro secondo la tesi accusatoria avrebbero diffuso notizie relative all’indagine che la procura di Caltanissetta stava conducendo a carico dell’ex leader degli industriali Antonello Montante.
Oltre al presidente Renato Schifani ad Angelo Cuva e Andrea Cavacece escono dal dibattimento anche Maurizio Bernava, ex segretario generale della Cisl, che avrebbe rivelato parte delle dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria quando è stato sentito come persona informata sui fatti.
Escono dal processo anche i fratelli palermitani Andrea e Salvatore Calì che secondo la procura nissena avrebbero cercato delle cimici sono solo a casa di Montante ma anche in Confindustria Caltanissetta, oltre alle abitazioni di alcuni indagati dell’epoca oggi imputati. Prescrizione di alcuni reati anche per Giuseppe D’Agata già generale dei carabinieri e per Arturo Esposito.
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