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Abbandonarono il figlio simulandone il ritrovamento: mamma imputata per “soppressione posta”

La vicenda che ruota attorno al bambino che a pochi giorni dalla nascita è stato dato alle cure di una famiglia affidataria, è complessa

La madre naturale del bimbo nato il 4 novembre del 2020 e il cui padre naturale, lo stesso giorno, simulò abbandono e ritrovamento a Ragusa, è a processo davanti al giudice monocratico presso il tribunale di Ragusa, per soppressione di corrispondenza nella qualità di persona addetta alle poste, e per i reati compresi nell’articolo 340 del codice penale. Secondo l’accusa avrebbe gettato due sacchi pieni di corrispondenza destinata a utenti di Giarratana e San Giacomo, frazioni di Ragusa, che avrebbe dovuto recapitare nella sua qualità di portalettere in attività presso la sede responsabile del recapito. Il processo è iniziato con l’escussione dei primi testi che hanno ricostruito gli indizi che hanno portato alla individuazione della donna che è imputata anche in un altro processo.

La donna, il 9 febbraio risponderà invece di abbandono di minore reato per il quale il padre naturale è già stato condannato a due anni di reclusione. La vicenda che ruota attorno al bambino che a pochi giorni dalla nascita è stato dato alle cure di una famiglia affidataria, è complessa. Il bimbo che oggi ha 3 anni e mezzo ed è conteso tra madre naturale che lo rivuole e genitori i affidatari che ritengono sia una ingiustizia che va contro la tutela dei diritti del bambino e che hanno avviato una petizione su change.org che ha raccolto in pochi giorni quasi 40 mila firme. Il legale della madre naturale, ha ottenuto l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del piccolo dalla Cassazione che ritiene che il Tribunale dei minorenni non avrebbe verificato che i genitori naturali c’erano (e lo dovevano sapere), privando loro del diritto di “ravvedimento”. Il Tribunale dei minorenni ha avviato le procedure che potrebbero ricondurre il bambino alla madre naturale.


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