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Droga, lo chef Mario Di Ferro patteggia 4 anni

Lo chef aveva, da subito, ammesso la cessione di stupefacente

Lo chef palermitano Mario Di Ferro, accusato di avere ceduto cocaina, ha patteggiato una pena a 4 anni davanti al gup di Palermo, Marco Gaeta, che ha ammesso l’accordo raggiunto tra l’indagato e la procura di Palermo. Il patteggiamento prevede inoltre l’obbligo di rientrare a casa dalle 21 fino all’indomani mattina e il pagamento di una multa da 20 mila euro. Lo chef aveva, da subito, ammesso la cessione di stupefacente. Ma ha sempre negato di essere uno spacciatore e di avere fatto “un favore” ad amici, tra i quali anche l’ex presidente dell’Ars e attuale deputato regionale Gianfranco Miccichè che è stato sentito dalla Procura in veste di persona informata dei fatti. Dallo scorso 23 dicembre Di Ferro era tornato in libertà, su disposizione del gup che aveva accolto l’istanza del difensore, l’avvocato Claudio Gallina Montana. Sempre a dicembre il gup aveva disposto il rinvio a giudizio – dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Giovanni Antoci – oltre che per lo stesso di Ferro (che col patteggiamento esce dal processo) anche per per i fratelli Salvatore e Gioacchino Salamone (detenuti) e per Gaetano Di Vara, Giuseppe Menga e Pietro Accetta. Questi ultimi erano tre ex dipendenti del ristorante Villa Zito, gestito all’epoca dei fatti da Di Ferro, in cui sarebbero avvenuti gli episodi di spaccio. Tutti hanno scelto il rito abbreviato.


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