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Tra “ineleggibili” e sanità, il Centrodestra siciliano è a pezzi

Le prime avvisaglie di una frattura dei partiti di maggioranza, in realtà, erano già emerse la scorsa settimana durante i lavori in prima commissione per via delle le criticità evidenziate nella relazione degli uffici legislativi dell'Ars

L’Ars affossa la norma “salva ineleggibili” e la maggioranza che governa la Sicilia va in frantumi. E’ accaduto oggi pomeriggio a Sala d’Ercole, dove il ddl che forniva una interpretazione autentica della legge n.29 del 1951 riguardanti alcuni casi di ineleggibilità dei deputati regionali, è stato bocciato grazie al voto segreto. L’articolo 1 della norma fortemente voluta da Fratelli d’Italia non è passato, infatti, con 34 contrari e 30 voti favorevoli, allargando ulteriormente la spaccatura nel centrodestra, che sullo sfondo ha la partita delle nomine dei manager della sanità da un lato e dall’altro i rapporti di forza tra i partiti, messi in discussione dal destino di almeno tre ‘ineleggibili’.

Le prime avvisaglie di una frattura dei partiti di maggioranza, in realtà, erano già emerse la scorsa settimana durante i lavori in prima commissione per via delle le criticità evidenziate nella relazione degli uffici legislativi dell’Ars. Pur non escludendo una modifica delle cause di ineleggibilità e incompatibilità dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana, sottolineano gli uffici, la norma deve avere un “effetto pro futuro” priva di “effetti retroattivi” in contrasto con “i principi espressi dalla Corte costituzionale”. Inoltre, la necessità di rendere di rendere immediati gli effetti della legge, avrebbe obbligato a una forzatura,  poiché le norme in materia di elezioni dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana,sono soggetti “alla procedura rinforzata” che prevede un referendum entro tre mesi dalla pubblicazione della delibera in Gurs”. La soppressione di quest’ultimo passaggio si sarebbe tradotta, la conclusione dei tecnici, in “un vizio procedurale della legge così approvata, vizio sindacabile dal giudice delle leggi, a seguito di una questione di legittimità costituzionale sollevata in via principale dallo Stato o promossa in via incidentale nel corso di un giudizio comune”.

Al momento del voto in commissione, il testo aveva avuto solo tre parlamentari favorevoli: due di Fdi e uno del Mpa. Si erano astenuti invece i componenti in quota Dc e Forza Italia, mentre è stata netta fin da subito la contrarietà dei partiti di opposizione(Pd- M5S-Scn). Le tensioni sono proseguite ieri in aula quando, fallito il tentativo di FdI di invertire i temi all’ordine del giorno – votare prima la “salva ineleggibili” e subito dopo la riforma delle Province – i deputati del partito di Giorgia Meloni hanno abbandonato Sala d’Ercole dopo il ‘no’ di alcuni pezzi della maggioranza. I lavori sono stati sospesi e rinviati a oggi pomeriggio, quando è andato in scena lo stesso copione, nonostante la presenza, durante la discussione generale, del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che di mattina aveva persino convocato un vertice per serrare le fila del centrodestra. E’ stata, però, una Caporetto, con il governo andato sotto e una visibile rottura tra FdI-Mpa da un lato e Dc-FI-Lega dall’altro. E adesso a rischiare è la riforma che reintrodurrà l’elezione diretta dei presidenti delle Province, rinviata in commissione “per approfondimenti”, ha comunicato oggi il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e che sarà nuovamente incardinata martedì prossimo. A festeggiare, per il momento, sono le opposizioni: “Questa maggioranza ormai in frantumi – hanno detto Michele Catanzaro (Pd) Cateno de Luca (Sud chiama Nord) e Antonio De Luca (M5s) – ha provato per l’ennesima volta a far passare una norma inaccettabile per salvare gli ineleggibili, meno male che ci abbiamo pensato noi dell’opposizione a salvare la dignità del parlamento siciliano. Resta la figuraccia politica del presidente Schifani che non si è fatto vedere durante l’esame della finanziaria a Sala d’Ercole ma si è presentato oggi per assistere alla sua maggioranza che sgretolava sul ddl salva-ineleggibili”.


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