Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia ha accolto il ricorso presentato da Umberto Stancampiano, titolare di una delle più note gelaterie di Palermo, in via Campolo, dichiarando – a distanza però di otto anni dai fatti – l’illegittimità delle due chiusure per cinque giorni, disposte nel 2016 e nel 2017 dal Comune di Palermo. L’amministrazione municipale dovrà anche pagare le spese dei due gradi di giudizio, sia di primo grado, di fronte al Tar, che dell’appello. Le chiusure erano state decise nell’ambito della vexata quaestio dei dehors, le strutture esterne ai locali: la polizia municipale aveva infatti contestato l’occupazione con tavoli e sedie dello spazio antistante all’esercizio commerciale. Stancampiano, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, aveva impugnato i provvedimenti prima di fronte al Tribunale amministrativo regionale, sostenendo che lo spazio occupato con tavoli e sedie non era suolo pubblico, ma “privato e soggetto a pubblico passaggio”.
I giudici amministrativi avevano invece ritenuto che fosse stato violato il regolamento comunale e l’articolo 3 della legge 94/2009. I legali avevano però fatto ricorso, ricordando che, per fare scattare la sanzione accessoria della chiusura per cinque giorni, ci sarebbe dovuto essere pure un intralcio alla circolazione stradale e pedonale, “con potenziale pregiudizio per la sicurezza pubblica”. Cosa che, nello specifico, non sussisteva, anche perché l’area antistante – di esclusiva proprietà del condominio in cui sorgeva l’attività commerciale – era sopraelevata rispetto al marciapiede e alla strada.
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