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Uccise con un auto due persone: condanna definitiva a 5 anni

Al ricorso si sono opposti in aula sia lo stesso procuratore generale sia i legali dei familiari delle vittime, Rita Parla e Michele Liuzzo

I giudici della quarta sezione penale della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso presentato dai legali di Andrea Nicosia, il 29enne di Gela responsabile dell’incidente che il 16 novembre 2018 sulla statale 626 Gela – Caltanissetta causò la morte di Giuseppe Danese e Angelo Scalzo, oltre al grave ferimento di altri tre ragazzi. Al ricorso si sono opposti in aula sia lo stesso procuratore generale sia i legali dei familiari delle vittime, Rita Parla e Michele Liuzzo.

Gli Ermellini hanno rigettato il ricorso condannando Nicosia anche al pagamento di 6.900 euro di spese alle parti civili. In primo grado, nel dicembre del 2020, Nicosia era stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione, pena già al netto dello sconto per il rito abbreviato, con la sospensione della patente di guida per 2 anni e il pagamento delle spese processuali. In Corte d’Appello a Caltanissetta, nell’aprile dell’anno scorso, i giudici hanno rideterminato la pena a 5 anni e 4 mesi di reclusione, la stessa che ora di fatto è stata confermata anche dalla Suprema Corte, ponendo dunque fine a un lungo e difficile iter giudiziario.

Le famiglie Scalzo, Danese e Serafino D’Andrea (uno dei ragazzi feriti) chiesero a gran voce giustizia. “E giustizia infine è stata fatta – hanno commentato all’uscita dall’aula, in maniera congiunta – ma purtroppo in secondo grado sono stati tolti 2 anni che ora avrebbero inciso notevolmente sulla pena effettiva, ma possiamo comunque dire che la condanna c’è stata e, poiché di fatto spalanca le porte del carcere, lancia un chiaro messaggio educativo: chiunque guida ha la propria e tante altre vite in mano, ogni sbaglio viene severamente punito”. .

 


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