E’ il giorno delle udienze di convalida davanti al gip di Catania per i sette giovani egiziani, tra i 15 e i 19 anni, fermati per lo stupro di una tredicenne, lo scorso 30 gennaio, nei bagni di Villa Bellini, nel centro del capoluogo etneo. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo.
L’adolescente, in un confronto all’americana, dietro a un vetro a specchio, ha riconosciuto i i due esecutori materiali della violenza, due minori; mentre gli altri cinque che tenevano fermo il fidanzato 17enne, sono stati indicati da quest’ultimo e da uno dei fermati che ha fatto ammissioni a una operatrice della struttura di accoglienza. Gli esami del Dna sulle tracce biologiche hanno fornito ulteriori riscontri.
Davanti al palazzo di giustizia si sono presentati rappresentanti di alcune associazioni per i diritti e contro le violenze sulle donne che hanno steso degli striscioni. “Li imploravo, li supplicavo di lasciarmi stare, di non farmi del male, ma non mi ascoltavano”, aveva detto la 13enne sentita dagli inquirenti, ai quali ha indicato gli stupratori
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