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Neonata morta in casa: l’autopsia esclude la “morte in culla”

I genitori sono indagati per omicidio colposo per aver messo a dormire la bimba in culla in posizione prona e con il ciuccio, dopo che la piccola era stata nutrita, senza attendere che la piccola digerisse

Si è concluso con il deposito della relazione della dottoressa Maria Francesca Berlich, perito nominato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, l’incidente probatorio volto ad accertare le cause, l’orario della morte e la posizione assunta da una bimba di 6 mesi di vita, prima del decesso avvenuto il 20 ottobre del 2023 all’ospedale di Vittoria. Non si sarebbe trattato di una morte improvvisa o una morte in culla, ma il decesso sarebbe avvenuto per altra causa.

La piccola, secondo quanto riferiscono gli avvocati Massimo Garofalo e Gianluca Nobile, che difendono i genitori indagati per omicidio colposo, è morta secondo il perito, a causa di un “arresto cardiocircolatorio consecutivo a grave insufficienza cardio-respiratoria da broncopolmonite da aspirazione (ab ingestis) di latte”, forse per qualche patologia connessa alla difficoltà di corretta deglutizione. I genitori sono indagati per omicidio colposo per aver messo a dormire la bimba in culla in posizione prona e con il ciuccio, dopo che la piccola era stata nutrita, senza attendere che la piccola digerisse.

Ma la posizione “a pancia in giù” in cui la bimba stava apparentemente dormendo finché il padre non si era reso conto che qualcosa non andava avrebbe potuto “favorire la cosiddetta sindrome della morte in culla, non ipotizzabile nel caso di specie”, scrive il perito. Stando alle cronache dell’epoca, il papà aveva trovato la piccola nella culla, con le labbra cianotiche; di lì la corsa in ospedale dove la bimba era deceduta dopo poco. La piccola, quando aveva appena qualche settimana di vita, a maggio del 2023 era stata già ricoverata a Vittoria per un problema che i legali riferiscono essere analogo e aveva trascorso quasi un mese in terapia intensiva neonatale al Giovanni Paolo II di Ragusa.


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