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Omicidio a Palermo, tre fermati. Contestata l’aggravante mafiosa su un possibile giro di scommesse clandestine

Oltre a un uomo e al figlio, che vivono a pochi passi dal luogo dell’omicidio e uno dei quali sarebbe stato trovato in casa con una ferita alla gamba, destinatario del provvedimento è anche il ferito grave nella sparatoria

Foto Ansa.it

Sono tre i fermi di indiziato di delitto eseguiti dalla Squadra mobile e dal Sisco della polizia di Stato di Palermo per omicidio, tentato omicidio, porto abusivo d’arma da fuoco e tentata estorsione, reati aggravati dal metodo mafioso. Oltre a un uomo e al figlio, che vivono a pochi passi dal luogo dell’omicidio e uno dei quali sarebbe stato trovato in casa con una ferita alla gamba, destinatario del provvedimento è anche il ferito grave nella sparatoria.

A perdere la vita il 37enne Giancarlo Romano, ucciso nel pomeriggio di ieri, a colpi d’arma da fuoco, in via XXVII Maggio, nel quartiere Sperone, mentre un 29enne è stato gravemente ferito ed è tuttora in pericolo di vita per le lesioni riportate all’addome ed alla testa. Quest’ultimo, tra i fermati su input della Direzione distrettuale antimafia, si era reso protagonista di un primo scontro a fuoco, avvenuto pochi minuti prima, di fronte ad una sala scommesse, di corso dei Mille, nel quale erano rimasti feriti un cliente, nonché un 55enne, che avrebbe ucciso Romano.

Il contrasto sarebbe scaturito dal tentativo di estorsione sui proventi illeciti generati dalle scommesse clandestine e in particolare da un debito maturato dal presunto assassino nei confronti della vittima. La ricostruzione dei fatti è avvenuta mediante la visione delle immagini registrate dalle telecamere di video sorveglianza installate nella zona, nonché dall’attività di riscontro degli elementi emersi nel corso delle numerose perquisizioni effettuate dagli investigatori nelle ore immediatamente successive. Nel corso delle stesse ore sono state trovate due armi utilizzate negli scontri a fuoco.


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