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Insulti, bastonate e sassate alla compagna: condannato a 2 anni e 2 mesi

L'imputato, in una circostanza, le avrebbe pure stretto le mani attorno al collo fino a farla svenire

Immagine generica di repertorio

Schiaffi, spintoni, bastonate e sassate nonché insulti e aggressioni fisiche e verbali per anni nei confronti della compagna: l’imputato, in una circostanza, le avrebbe pure stretto le mani attorno al collo fino a farla svenire. Con queste accuse il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione, per le accuse di maltrattamenti, lesioni aggravate e minacce un quarantenne di Agrigento.

L’uomo, che in passato è stato coinvolto nella maxi operazione antidroga “Capo dei capi”, avrebbe maltrattato la donna dal dicembre del 2016 al maggio del 2021 continuando a minacciarla anche quando i due avevano interrotto la relazione. Alcune delle vessazioni sarebbero avvenute pure quando la compagna era in stato di gravidanza. La vittima, secondo quanto ha accertato il processo, sarebbe stata colpita più volte con schiaffi e le sarebbero stati tirati i capelli. Alcuni degli episodi più gravi, avvenuti fra il 2017 e il 2018, riguardano un’aggressione con un bastone di ferro e un’altra a mani nude: il quarantenne avrebbe quasi tentato di strangolare la compagna stringendole il collo fino a provocarle uno svenimento. Nel novembre del 2018, invece, l’avrebbe spintonata a terra, calpestandole un piede e provocandole una frattura.

Qualche mese prima, a maggio, quando la donna aveva provato a rifugiarsi dai genitori, avrebbe iniziato a lanciare pietre contro l’abitazione. L’uomo, inoltre, quando la compagna si era allontanata dalla casa in cui convivevano, avrebbe iniziato a minacciarla di morte, tempestandola di chiamate e dicendole che avrebbe dato fuoco a lei e a tutta la famiglia, compresa la figlia minore. Il pubblico ministero, a conclusione della requisitoria, aveva chiesto la condanna a 3 anni e 8 mesi. Il giudice, accogliendo alcune richieste della difesa, affidata all’avvocato Daniela Posante, ha deciso una condanna a 2 anni e 2 mesi concedendo le attenuanti generiche ed escludendo due aggravanti.


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