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Palermo, processo ai commercianti che non hanno denunciato il pizzo: Confcommercio si costituisce parte civile

Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e delegata nazionale ai temi della legalità e della sicurezza dopo la prima udienza del processo nei confronti di 31 commercianti del quartiere Brancaccio accusati di favoreggiamento per avere negato di avere pagato il pizzo

Confcommercio Palermo “si costituirà parte civile nel processo ai commercianti di Brancaccio che non hanno denunciato prima” le pressioni estorsive di Cosa nostra, “e non hanno ammesso neanche dopo. La cultura della legalità è nel Dna della nostra associazione. Ci siamo costituiti parte civile anche nel processo ‘Stirpe’ che vede imputati i presunti mafiosi di Brancaccio e nel contesto del quale sono poi emerse le imputazioni di favoreggiamento nei confronti dei commercianti“.

Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e delegata nazionale ai temi della legalità e della sicurezza dopo la prima udienza del processo nei confronti di 31 commercianti del quartiere Brancaccio accusati di favoreggiamento per avere negato di avere pagato il pizzo.

Questa è una storia molto brutta, il comportamento di questi commercianti perpetua un sistema che danneggia l’economia sana della città che negli ultimi anni ha imparato a sviluppare gli anticorpi e l’impermeabilità alle richieste di pizzo. Anche chi non denuncia – aggiunge – danneggia l’economia sana e contribuisce alla sovraesposizione delle vittime che hanno scelto di denunciare. I fatti confermano che ci sono quartieri di Palermo dove lo Stato deve far sentire ancora di più la sua presenza. In ogni caso, denunciare è una scelta necessaria oltre che un dovere civico. È importante che tutte le forze sane della città facciano quadrato attorno a questi temi, evitando pericolose frammentazioni


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