“Sono il vicequestore Giovanna Guarrasi, ma tutti mi chiamano Vanina”. È così che anche il pubblico televisivo, a partire da quello catanese, chiamerà con tutta probabilità l’attrice Giusy Buscemi da mercoledì 27 marzo, giorno della messa in onda su Canale 5, in prima serata, della serie tv co-prodotta da RTI e Palomar che la vede protagonista: “Vanina – Un vicequestore a Catania”.
Sul piccolo schermo saranno trasmessi quattro film da 100 minuti – “Il Re del gelato”, “Sabbia nera”, “La logica della lampara”, “La Salita dei Saponari” – tratti dai romanzi di Cristina Cassar Scalia editi da Giulio Einaudi editori e girati nel capoluogo etneo e nei dintorni con la regia di Davide Marengo, scritti da Leonardo Marini con la collaborazione della stessa Cassar Scalia.
La serie è co-prodotta da RTI e Palomar con il sostegno della Sicilia Film Commission e la collaborazione, in città, dell’Amministrazione comunale che, con il sindaco Enrico Trantino, ha messo a disposizione i servizi di diversi uffici tramite il capo di Gabinetto Giuseppe Ferraro e la Catania Film Commission guidata da Sabina Murabito.
Quattro mesi di riprese sotto il vulcano hanno fatto del capoluogo etneo un vero “co-protagonista”. E che “Catania” trovi posto anche nel titolo della serie tv la dice lunga sul ruolo della città e sul suo legame con la vicequestore Vanina che dopo una brillante carriera nell’antimafia a Palermo, decide di scrollarsi di dosso un complicato passato (stravolto dalla morte per mano mafiosa del padre, l’ispettore di polizia Giovanni Guarrasi) e ricominciare proprio da Catania e dalla sezione Omicidi della Questura.
Catanesi e siciliani sono gli oltre 70 professionisti e tantissimi operatori e maestranze coinvolti nelle riprese, a sostegno di un cast di prim’ordine che vede, con Giusy Buscemi, Giorgio Marchesi (che interpreta Paolo Malfitano, il magistrato antimafia ex di Vanina), Claudio Castrogiovanni, Corrado Fortuna, Dajana Roncione, Orlando Cinque, Danilo Arena, Paola Giannini, Giulio Della Monica, Alessandro Lui, l’attrice eccellenza catanese e siciliana Guia Jelo e Maurizio Marchetti. E per ogni episodio nuovi protagonisti di puntata, anche catanesi, tra un inseguimento a sirene spiegate, una pasta alla Norma o una granita per riprendere energia, un risveglio o un addio tra l’Etna e il mare anche per fermare il tempo e sottolineare la bellezza di luoghi unici al mondo.
Le location che accompagnano le indagini di Vanina vanno dal quartier generale della “squadra”, in piazza Vincenzo Bellini, a piazza Mazzini (recentemente pedonalizzata dall’Amministrazione Trantino) con le tipiche trattorie, dalla stazione metro all’Ospedale Santo Bambino, da piazza Duomo a via Etnea, dal lungomare tra scogliera e plaia alle vie e ai vicoli pittoreschi a ridosso di Castello Ursino, da piazza Trento a via Biscari, a piazza Dante, sino a comprendere numerosi altri siti anche inediti.
Sono innumerevoli i luoghi che potrebbero assurgere a meta di turismo o accrescere l’attrattività del territorio un po’ sulla falsariga de “Il commissario Montalbano”, la fortunata serie prodotta proprio dalla Palomar, che con una delegazione composta da Giacomo Barbieri, organizzatore generale, Alessandra Li Mandri, direttrice di produzione, e Saverio Nicastro, location manager, ha incontrato nel periodo delle riprese il sindaco Enrico Trantino a Palazzo degli Elefanti, confermando anche il progetto di valorizzazione del territorio che si affianca alla fiction, con l’esaltazione del patrimonio storico-architettonico e paesaggistico.
“Abbiamo accolto con entusiasmo questo progetto – afferma il sindaco Trantino – sia perché dà risalto al lavoro di una grande scrittrice siciliana, che ama Catania, quale è Cristina Cassar Scalia, sia perché crediamo molto nella forza e capacità del cinema e delle fiction televisive di farsi promotori di cultura e di arte, ma anche di nuove realtà e nuove narrazioni del territorio. Non vediamo l’ora di riscoprire la nostra Catania attraverso le indagini di Vanina”.
“Uno dei motivi per cui mi sono appassionato al progetto Vanina – sottolinea il regista – è la sua ambientazione: Catania. Sono molto legato alla Sicilia e l’idea di entrare in intimità con una città affascinante come Catania mi ha dato una spinta in più. Grazie ai romanzi di Cristina Cassar Scalia, ambientati proprio a Catania e che calano le sue storie in ambientazioni reali e quotidiane, abbiamo potuto esplorare luoghi noti e meno noti, scoprire strade, locali, persone, colori, odori, scorci che a prima visita possono sfuggire e che invece vale la pena conoscere. La caratteristica più evidente di Catania è la contrapposizione visiva tra la ‘Muntagna’, l’Etna che incombe in ogni scorcio della città con il suo colore nero cenere che dipinge anche i muri di molti palazzi e strade, e il forte blu del mare che tocca la città. Anche per questo mi è sembrata il posto giusto per ambientare Vanina; per questo contrasto presente in ogni strada di Catania e che sembra vivere anche nelle persone. È una città inquieta e proprio per questo vitale, è un luogo originale in cui far vivere avventure professionali e sentimentali della protagonista e dei personaggi che abitano la serie”.
“E Catania è il posto perfetto per Vanina – evidenzia Leonardo Marini – anche perché in fondo le assomiglia: una città vitale e inquieta, che non sembra mai la stessa, sempre divisa fra qualità apparentemente inconciliabili, città di mare e insieme città di montagna, solare e al contempo irrequieta come il suo vulcano, antica come la pietra lavica dei suoi faraglioni e dei suoi edifici secolari, e allo stesso tempo moderna e giovane come nessun’altra città dell’isola”.
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