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Cala la raccolta Raee in Sicilia: -8.6%

Questo non impatta sulla classifica nazionale per volumi complessivi, dove la regione si conferma sesta

Secondo il Rapporto regionale sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) realizzato dal Centro di Coordinamento RAEE – l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta comunali e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici in Italia – nel 2023 la Sicilia ha raccolto 23.551 tonnellate di RAEE.

Il risultato è in flessione dell’8,6% rispetto al 2022, più del doppio rispetto al calo registrato a livello italiano (-3,1%). Questo non impatta sulla classifica nazionale per volumi complessivi, dove la regione si conferma sesta.

Cala dell’8,6% anche la raccolta pro capite che si attesta così a 4,87 kg per abitante. Il dato risulta sempre più distante dal resto del Paese (5,92 kg/ab). Per questo motivo, la regione perde una posizione e scivola al diciassettesimo posto nella graduatoria italiana.

Dall’analisi a livello di singoli raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i RAEE, emerge che il calo dei volumi regionali dipende esclusivamente dal calo a doppia cifra (-39,8%) di Tv e monitor (R3) che è però da considerarsi fisiologico al pari dell’andamento nazionale (-32,9%), di conseguenza la raccolta complessiva crolla a 4.949 tonnellate.

La riduzione dei volumi regionali si lega alla flessione di sei delle nove province siciliane. La contrazione più consistente la registra la provincia di Palermo la cui raccolta perde il 23,6% rispetto al 2022 e scende a 5.297 tonnellate. Segue quella di Messina che perde il 14,7% per 3.894 tonnellate raccolte. Più contenuti i cali di Catania (-8,8%) la cui raccolta si ferma a 5.831 tonnellate complessive, di Siracusa (-5,2%) per 1.142 tonnellate, di Ragusa (-3,3%) con 1.299 tonnellate, e di Agrigento (-2,4%) la cui raccolta scende a 994 tonnellate.

Fanno eccezione le province di Caltanissetta, di Enna e di Trapani. La prima vede crescere i propri volumi di raccolta addirittura del 40,6% per un totale di 616 tonnellate, quella di Enna del +39,9% per 1.258 tonnellate complessive, mentre quella di Trapani incrementa la raccolta ‘solo’ del +8,6% per un totale di 3.221 tonnellate.

I valori pro capite delle province di Enna e di Trapani, in particolare, si confermano i più alti a livello regionale, con rispettivamente 8,02 kg/ab (+40%) e 7,72 kg/ab (+8,6%).

Nel caso di Enna, il risultato è sostenuto soprattutto dai maggiori quantitativi di lavatrici e televisori avviati a riciclo da ciascun abitante che si traduce in oltre 1 kg in più a testa (+56,8%) rispetto alla media nazionale di R2 (2,07 kg/ab) e in oltre 1 kg in più (+134%) rispetto agli 0,81 kg/ab di R3 raccolti mediamente da ogni italiano.

A favorire la crescita del dato pro capite della provincia di Trapani sono invece i volumi di R1 e R3, tanto che ogni abitante avvia a corretto smaltimento quasi 1 kg a testa in più (+45,4%) di R1 rispetto alla media nazionale di 1,71 kg/ab, e più del doppio (+111,7%) di R3 rispetto agli 0,81 kg/ab raccolti mediamente da ogni italiano.

L’analisi della raccolta regionale dal punto di vista della rete infrastrutturale evidenzia che il 68% dei volumi complessivi vengono ritirati presso i centri di raccolta comunali (CdR) e il 32% presso i luoghi di raggruppamento della distribuzione (LdR). In quest’ultimo caso si tratta di un’incidenza superiore alla media nazionale (21%). Questo andamento non riguarda tutte le province: se in quelle di Agrigento e di Siracusa i rifiuti elettronici vengono portati quasi esclusivamente nei CdR, nelle province di Catania, di Enna, di Messina e di Palermo i cittadini consegnano almeno il 40% dei propri RAEE ai retailer di elettronica di consumo.

“A eccezione delle province di Enna, Trapani e in parte anche Messina, che mantengono valori pro capite superiori alla media nazionale, il resto della regione anche nel 2023 non si è data la possibilità di sviluppare la propria rete infrastrutturale per la raccolta dei RAEE, di godere di maggiori risorse economiche derivanti da una raccolta più efficiente, di promuovere un’economia circolare a beneficio del territorio”, commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Sono emersi piccoli incrementi in quattro dei cinque raggruppamenti, ma mancano all’appello RAEE di grandi e soprattutto di piccole dimensioni. Questo rende necessari maggiori investimenti in formazione e controlli nei confronti dei soggetti coinvolti nell’attività di raccolta e in educazione ambientale dedicata ai cittadini. Fino a quando questo non avverrà le province siciliane continueranno a correre a più velocità con il rischio che quelle che ancora oggi non raggiungono i 3 kg/ab rimarranno indietro, impattando negativamente sulla raccolta complessiva. La regione ha un compito da assumere in prima persona: far aumentare la raccolta tracciata dei RAEE e contrastare i fenomeni illegali. Sarà in grado?”.


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