“Stiamo raccogliendo e verificando le dichiarazioni dei superstiti e abbiamo già fatto i primi accertamenti nella ditta Quafrifoglio Group, a Partinico. In corso anche approfondimenti per verificare se siano stati adottati le adeguate tutele e i dispositivi di sicurezza”.
Così il capo della Squadra mobile di Palermo, Marco Basile, parlando ai cronisti sul luogo in cui ieri 5 operai sono morti a Casteldaccia, nella vasca dell’impianto di acque reflue lungo via Nazionale, sulla Statale 113. Le indagini sono coordinate dalla procura della Repubblica di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo, al momento a carico di ignoti.
Al centro l’aspetto del mancato uso delle protezioni, mascherine comprese. Letali, infatti, sono state le esalazioni di idrogeno solforato respirate dagli operai mentre eseguivano un intervento di manutenzione alla rete fognaria. Sentito anche il direttore dei lavori che doveva controllare l’intervento di manutenzione.
L’area del cantiere è stata posta sotto sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria. Un sesto operaio si trova ricoverato al Policlinico di Palermo e le sue condizioni sono definite critiche.
“Ripartire subito con i tavoli di confronto su salute e sicurezza, Pnrr e sulle assunzioni degli ispettori del lavoro che ancora oggi in Sicilia sono bloccate. E’ necessario che il governo regionale si attivi il prima possibile e per questo oggi abbiamo chiesto l’intervento al prefetto di Palermo, Massimo Mariani”. Questo l’appello di Cgil, Cisl e Uil Sicilia, guidate da Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Luisella Lionti, che insieme alle categorie e ai lavoratori hanno partecipato allo sciopero e poi al vertice in prefettura dopo la strage di Casteldaccia.
Le organizzazioni sindacali hanno chiesto ancora una volta che “il governo regionale metta in campo ogni iniziativa utile per aumentare la pianta organica degli ispettori, indispensabili per garantire che i datori di lavoro attuino tutti gli adempimenti previsti dalla legge in materia di sicurezza. Devono essere sanzionate le aziende – continuano i sindacati – che non rispettano le leggi in materia di sicurezza ed è necessaria più formazione per tutti i lavoratori. La cultura della prevenzione è fondamentale e deve partire già dalle scuole”.
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