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Ecco le accuse rivolte all’assessore regionale alla Salute. Scattano intanto i sequestri

Gli indagati avrebbero distratto fondi pubblici

Il governatore della Sicilia conferma “fiducia immutata” nel suo assessore alla Salute che si dice “serena” e “pronta a chiarire”. Ma per cosa è indagata Giovanna Volo, nell’ambito dell’operazione “Nemo”, coordinata dalla procura di Messina ed eseguita ieri dai carabinieri? Al centro c’è la gestione del complesso clinico privato “NemoSud” che si occupava di riabilitazione neurologica all’interno del Policlinico di Messina. Secondo l’ordinanza firmata dalla gip Claudia Misale, otto anni fa, nella qualità di direttore sanitario del Policlinico di Messina, Volo avrebbe agito in concorso con Marco Restuccia, allora direttore generale; Giuseppe Laganga Senzio, direttore amministrativo; e Mario Giovanni Melazzini, presidente della Fondazione Aurora Onlus.

I primi tre “avendo, per ragione del loro ufficio, la disponibilità del denaro destinato alla erogazione di prestazioni sanitarie pubbliche, se ne appropriavano disponendone la distrazione in favore della fondazione “Aurora onlus”, su “determinazione” di Melazzini. In particolare, con la delibera 448 del 23 marzo 2016, Volo, Restuccia e Laganga Senzio “deliberavano l’approvazione del cd addendum alla seconda convenzione (sottoscritto anche da Melazzini), con conseguente aumento di budget in favore della Fondazione Aurora onlus per la realizzazione del progetto Nemosud”, “rendendo disponibile” per il periodo 2015-2017 sino alla scadenza della seconda convenzione (il 31 dicembre 2017) presso il settore economico finanziario e patrimoniale del Policlinico di Messina l’importo di 1.636.841 annui a favore della Fondazione Aurora onlus, rappresentata da Melazzini, che ha incassato negli anni 2016 e 2017 la somma complessiva di 2.433.678,07 euro, con una maggiorazione del finanziamento pari a 162.443 euro euro.

E’ stato disposto a carico dell’assessore e degli altri il sequestro preventivo di denaro e sui beni mobili e immobili a loro intestati sino alla concorrenza di 2.433.678 euro. L’assessore ieri ha informato il presidente della Regione, “nonostante si tratti di fatti relativi a un periodo precedente il mio incarico di assessore” e si dice serena e consapevole di avere sempre agito nel pieno rispetto delle regole”, pronta a “chiarire rapidamente” la sua posizione.

Nell’inchiesta, avviata nel 2019 a seguito della denuncia di un medico e che conta nove indagati per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, sono finiti ex direttori sanitari ed ex commissari straordinari del Policlinico di Messina e presidenti dell’associazione Aurora Onlus. E’ sfociata nel sequestro preventivo di beni per un valore di 11 milioni di euro e nel divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione ed esercitare l’impresa in ambito sanitario nei confronti di Giuseppe Vita, medico; Mario Giovanni Melazzini e Alberto Fontana, presidenti della fondazione Aurora onlus; e Giuseppe Laganga Senzio ex direttore amministrativo del Policlinico. Il medico, dalla cui denuncia sono partite le indagini, all’epoca in servizio presso l’Azienda Universitaria Policlinico di Messina, aveva segnalato svariate irregolarità nella gestione del centro clinico privato “NeMoSud”, costituito nel 2012, per lo svolgimento di attività di riabilitazione neurologica presso il sito ospedaliero.

A partire dal 2012 e sino al giugno 2021 (anno di chiusura del centro clinico), dunque, attraverso la stipula di convenzioni, sempre più vantaggiose per la struttura, si sarebbe consentito a una clinica privata di operare in un ospedale pubblico, con costi a carico dell’erario, in assenza dell’autorizzazione e dell’accreditamento della Regione siciliana. È emerso inoltre che i dirigenti dell’epoca del Policlinico avrebbero esternalizzato, arbitrariamente, in favore del centro privato, le prestazioni di neuro-riabilitazione, stornando il rimborso delle spese da parte del Servizio sanitario regionale.

Gli indagati avrebbero, quindi, distratto fondi pubblici, destinando al centro clinico “NeMoSud” rilevanti somme di denaro appartenenti alla struttura pubblica. Peraltro, è emerso che il centro clinico privato ha qualificato le prestazioni erogate con un codice, che prevedeva un rimborso, da parte della Regione Sicilia nonostante la stessa Regione non avesse programmato quel tipo di prestazioni da parte del Policlinico universitario. (AGI)


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