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“No” della Cassazione al ricorso della Procura sul deputato accusato di corruzione

I fatti risalgono allo scorso 24 gennaio

ì La Cassazione ha rigettato il ricorso, perché ritenuto inammissibile, presentato dalla procura di Trapani contro la decisione del Tribunale del riesame di Palermo che aveva annullato nel merito ogni restrizione cautelare nei confronti del deputato regionale del Pd, Dario Safina. Già la procura generale aveva chiesto la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, condividendo nel merito le motivazioni dell’ordinanza del Riesame. I fatti risalgono allo scorso 24 gennaio, quando il politico trapanese è finito agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreti d’ufficio per vicende che riguardavano il suo operato da assessore ai Lavori pubblici a Trapani negli anni tra il 2020 e il 2021.

Dopo l’interrogatorio di garanzia, martedì 30 gennaio il gip del Tribunale di Trapani ha disposto la revoca dei domiciliari e l’obbligo di dimora nei Comuni di Trapani ed Erice. Il Tribunale del riesame di Palermo lunedì 5 febbraio, ha accolto la richiesta di annullamento di tutte le richieste di misure cautelari. “Secondo i magistrati palermitani – dice Safina – non sono mai esistiti, nel merito e secondo l’articolo 273, indizi di colpevolezza. Oggi, alla luce delle ultime determinazioni, confidiamo che la vicenda possa agevolmente volgere verso l’archiviazione. Non ho mai perso fiducia nella giustizia e nel sistema giudiziario. Ringrazio i miei avvocati difensori Giuseppe Rando, Salvatore Longo e Debora Ciaramitaro per l’ottimo lavoro svolto”.


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