Alle prime ore del 12 giugno 2024, il personale del Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa e i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere. Questa è stata emessa dall’Ufficio Gip del tribunale di Catania su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia etnea, coinvolgendo complessivamente 16 indagati ritenuti responsabili di reati quali “associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostanze stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, tutti aggravati dalla finalità mafiosa”.
Il provvedimento cautelare, eseguito dai Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa, valorizza e mette a sistema le risultanze delle complesse indagini condotte dai reparti dal 2016 al 2023.
Le investigazioni, in questa fase del procedimento in cui non si è ancora instaurato il contraddittorio con le parti, avrebbero permesso di ricostruire:
Le dinamiche criminali dell’associazione a delinquere riconducibile a Cosa Nostra operante nel territorio di Vittoria (RG) e in altri comuni della provincia di Ragusa, capeggiata da un esponente di spicco.
I ruoli nel tempo assunti dagli altri indagati, monitorandone le attività criminali sia quando il capo era in libertà sia durante il periodo di detenzione.
Le più recenti attività di polizia giudiziaria hanno rivelato che durante la detenzione del capo clan, un pregiudicato a lui vicino è stato investito del ruolo di referente pro tempore dell’organizzazione. L’attività investigativa è stata ulteriormente potenziata dopo che il capo clan, agli arresti domiciliari dal gennaio 2021, ha utilizzato la propria abitazione come base logistica per incontri riservati con affiliati e imprenditori del settore del packaging, riaffermando così il proprio ruolo e influenza.
Il monitoraggio tecnico e le attività condotte a carico del capo clan, dei suoi figli e di altri membri del gruppo criminale hanno permesso di acquisire elementi indicativi dell’esistenza di un’associazione mafiosa. Questa utilizzava la forza di intimidazione e la condizione di omertà per commettere vari delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale e il patrimonio. Inoltre, l’organizzazione ha acquisito il controllo di attività economiche, in particolare nel settore della produzione e commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli.
L’indagine ha rivelato collegamenti con altri gruppi mafiosi, inclusi i clan “Santapaola-Ercolano” di Catania, “Nardo” di Lentini e “Rinzivillo” di Gela. È emerso anche il ruolo dei figli del capo clan nella gestione degli affari imprenditoriali, utilizzando strumenti di assoggettamento mafioso e influenzando la libera concorrenza.
Inoltre, sono stati rilevati collegamenti con imprese nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi, che grazie alla rete di relazioni del capo clan, si approvvigionavano di carburante illecito. Queste imprese hanno contribuito a conservare e rafforzare il programma criminoso dell’associazione mafiosa.
L’arresto di un collaboratore del capo clan nell’aprile 2021, trovato in possesso di un’arma da fuoco e di una quantità significativa di stupefacente, ha evidenziato gli interessi del gruppo anche nel settore della droga, delle armi e delle estorsioni. Sono emerse azioni intimidatorie verso altri pregiudicati per il pagamento di stupefacenti forniti da altre consorterie, riconoscendo le capacità operative del gruppo.
L’indagine ha portato il GIP di Catania a disporre la custodia cautelare in carcere per i 16 indagati. Questa attività investigativa rientra nel più ampio quadro delle azioni della Procura della Repubblica di Catania, della Guardia di Finanza etnea e dei Carabinieri di Ragusa per contrastare le associazioni mafiose e la mafia imprenditrice, proteggendo il tessuto imprenditoriale e la libera concorrenza.
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