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Boss e familiari con il reddito di cittadinanza: 3 assoluzioni

"I fatti non erano previsti dalla legge come reato"

Assoluzione perché, all’epoca della contestazione, i fatti non erano previsti dalla legge come reato. Con questa motivazione il giudice Antonella Ciraulo ha scagionato tre imputati accusati di avere omesso di dichiarare una precedente condanna, propria o di un familiare, che avrebbe escluso la concessione del reddito di cittadinanza.

Si tratta di Angelo Occhipinti, 70 anni, Francesco Gucciardo, 50 anni, di Siculiana, condannato per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Marna” sull’ultima rete di fiancheggiatori del boss Gerlandino Messina e Giuseppina Parisi, 66 anni, di Licata accusata di avere nascosto la condanna di un familiare. I fatti sono stati contestati in seguito all’incrocio delle banche dati eseguito dalla guardia di finanza nel corso delle indagini e si riferiscono agli anni 2019 e 2020. Epoca in cui, secondo i difensori (gli avvocati Giuseppe Barba, Camelita Danile e Graziano Magliarisi) non esisteva questo tipo di reato.

Tesi che è stata così accolta dal giudice mentre il pubblico ministero Salvatore Caradonna, al contrario, aveva chiesto la condanna: 2 anni per Parisi, 2 anni e 6 mesi per Gucciardo e 3 anni per Occhipinti. L’inchiesta ha coinvolto altri cinque imputati le cui posizioni sono state stralciate per le differenti strategie processuali dei difensori.


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