Le carceri siciliane stanno esplodendo: a Ragusa due agenti sono stati feriti da un detenuto che simulava un’impiccagione, a Palermo un minore ha tentato di impiccarsi davvero in cella. A Ragusa due agenti erano intervenuti per salvare un detenuto straniero temendo che stesse per togliersi la vita, ma appena dentro la cella sono stati aggrediti con un oggetto in plastica affilato. Successivamente sono finiti al pronto soccorso. “Adesso basta, la misura è colma. La sicurezza all’interno delle carceri deve diventare un impegno prioritario”, afferma la Funzione pubblica Cgil Sicilia, che ha svelato i fatti.
“E’ una situazione divenuta insostenibile ed intollerabile – affermano il segretario generale Gaetano Agliozzo, e il segretario Fp Ragusa, Nunzio Fernandez – occorre trovare tempestive ed incisive contromisure per non mettere a repentaglio la salute e la vita di chi ogni giorno garantisce il servizio di vigilanza nelle carceri. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – concludono Agliozzo e Fernandez – deve correre ai ripari, pianificando immediati interventi che assicurino condizioni per un maggiore ed efficace livello di sicurezza”.
Nel carcere minorile malaspina di Palermo “tutto è avvenuto ieri sera verso le 21, orario ove il personale di Polizia Penitenziaria è ancora più ridotto anche a causa della carenza di organico, quando un detenuto minore di origine magrebine ha cercato di impiccarsi tramite un cappio creato con le lenzuola in dotazione”, ha raccontato Gioacchino veneziano, segretario regionale della Uil polizia ponitenziaria (Uilpa). “Solo grazie all’acume operativo rapido e tempestivo della polizia penitenziaria congiuntamente all’intervento della guardia medica il minore è stato rianimato, ma trattenuto in osservazione su indicazione dello equipe medica, mentre erano sul posto l’ispettore facente funzioni di comandante di reparto unitamente al direttore rientrati immediatamente in servizio quando avvisati dell’evento critico”. “Il carcere minorile di Palermo che già viveva una condizione difficile – ha aggiunto Veneziano – oggi aggravata dal fatto che da oltre una settiman risulta privo di comandante, ma il Dipartimento ancora non ha assegnato il sostituto, cosicché la responsabilità viene affidata agli ispettori che pur operando con grande professionalità e abnegazione, stanno assumendo un incarico non pertinente al ruolo, ragion per cui sollecitiamo senza ulteriori indugi l’assegnazione del dirigente aggiunto per attribuire la funzione di comandante di reparto”.
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