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Brucia la famiglia in casa: fermo convalidato, resta in carcere

Non si esclude possa essere disposta l'autopsia per circostanziare meglio i capi di imputazione

Il giudice per le indagini preliminari di Ragusa, Vincenzo Ignaccolo, dopo alcune ore di camera di consiglio, ha convalidato il fermo e confermata la custodia cautelare in carcere, per Wajdi Zaouadi, 30 anni. È accusato di incendio doloso, omicidio, tentato omicidio aggravati dai vincoli famigliari, dalla crudeltà, dai futili motivi, e dall’avere agito in circostanze tali da ostacolare la privata difesa. Aveva dato fuoco alla casa di famiglia, lo scorso 13 giugno nel cuore della notte a Vittoria, nel Ragusano, con liquido infiammabile, mentre i genitori e due delle sorelle si trovavano all’interno. La madre Mariem 55 anni e la sorella Samah 34 anni, erano decedute dopo qualche ora a causa delle gravi ustioni; permangono molto gravi le condizioni del padre Kamel 57 anni e della sorella più piccola, Omaima, 19 anni.

Wajdi si era dato alla fuga ed era stato rintracciato all’alba alla stazione dei bus di Vittoria e poi sottoposto a fermo dal pm Martina Dall’Amico. L’avvocato Giovanni Ascone, difensore d’ufficio aveva chiesto l’applicazione di una misura meno afflittiva che possa permettergli di sottoporsi a cure in un contesto idoneo alle sue condizioni, e dove possa essere costantemente monitorato; il pm, la convalida e la conferma della custodia in carcere. Le salme non sono ancora state riconsegnate all’unica figlia, sorella di Wajdi, scampata alla tragedia perché impegnata negli studi universitari fuori provincia. Non si esclude possa essere disposta l’autopsia per circostanziare meglio i capi di imputazione.


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